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Fisco leggero e tagli alla spesa. Possibile un asse Cav-Renzi

Berlusconi non esclude l’appoggio su alcuni provvedimenti se il premier a settembre sposa le ricette di Forza Italia su tasse e welfare

Fisco leggero e tagli alla spesa. Possibile un asse Cav-Renzi

La versione ufficiale, da una parte e dall’altra, vuole che nelle quasi tre ore di faccia a faccia di mercoledì mattina né Silvio BerlusconiMatteo Renzi abbiano parlato di economia. È il tema caldo del momento, per settembre si ipotizzano scenari apocalittici e l’Istat pubblicava i dati del Pil proprio mentre i due si incontravano a Palazzo Chigi eppure – questa la vulgata veicolata sia dal premier che da Palazzo Grazioli – la questione non sarebbe stata oggetto di confronto. Tanto che prima Renzi (giovedì) e poi Berlusconi (venerdì) hanno escluso possibili convergenze sui temi economici.

Fin qui l’ufficialità. Detto questo, nei Palazzi che contano anche i muri sanno che è proprio su possibili misure economiche «condivise» che si sta ragionando. Perché su questo fronte il governo continua a fare fatica, come conferma pure la sortita dei giorni scorsi del presidente della Bce Mario Draghi. E perché archiviate le vacanze agostane sarà questo e solo questo il vero problema con cui la politica dovrà fare i conti. Non è un caso che proprio ieri Il Mattinale, la nota politica del gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera che fa capo a Renato Brunetta, invitasse Renzi ad «adottare l’agenda Berlusconi» per quel che riguarda la politica economica.

Il tema, insomma, è all’ordine del giorno. Perché – è il senso dei ragionamenti ripetuti in privato dall’ex premier in queste ore– certo «non mi comporterò come il Pd» che «quando io ero a Palazzo Chigi pur di farmi cadere avrebbe fatto soccombere l’Italia sotto la truffa dello spread». La mia, ribadisce Berlusconi a tutti i suoi interlocutori, è «un’opposizione matura, adulta e responsabile ». E, dunque, se sarà necessario e se le ricette saranno condivisibili, a settembre Forza Italia – questo è il ragionamento dell’ex presidente del Consiglio -è pronta a dare una mano alla maggioranza di governo. A condizioni ben chiare, però: «Che si tratti di provvedimenti che prevedano un drastico abbassamento delle tasse per famiglie e imprese, che ci siano imponenti tagli alla spesa improduttiva e che si ragioni su misure fiscali in grado di attirare gli imprenditori ». Perché, ripete Berlusconi, «ormai l’Italia affoga nelle tasse e nella mancata crescita».

Questi, dunque, sono i tre principi su cui è possibile ipotizzare una convergenza. Al netto delle molte «varie ed eventuali»: dalla delega fiscale alla flat tax (l’aliquota unica con deduzioni diverse a seconda della capacità del contribuente), dalla riforma del mercato del lavoro alla riduzione del potere di veto dei sindacati.

Tutti punti su cui si sta lavorando, dall’una e dall’altra parte. Se Il Mattinale racchiude in dieci obiettivi quella che definisce «Agenda Berlusconi» (che comprende anche riforme istituzionali, giustizia e politica estera), Daniele Capezzone ha invece messo nero su bianco la «manovra-choc» che propone Forza Italia: 40 miliardi di tasse in meno in 2 anni e 12 miliardi in meno nei successivi 3 anni, coperti con vere operazioni di attacco alla spesa pubblica eccessiva e improduttiva. Ma a questo punto, spiega il presidente della commissione Finanze della Camera, «occorre sfondare il limite del 3%».

E che sia questa, nella sostanza, la ricetta cui guarda Berlusconi, lo confermano le dichiarazioni di questi giorni di alcuni big di Forza Italia. Secondo Giovanni Toti, per esempio, «la pressione fiscale ha raggiunto il record del 53,2% del Pil» e «l’Italia è ferma». Per il consigliere politico dell’ex premier, insomma, servono «meno tasse e più sviluppo». Per Deborah Bergamini, invece, «si parla troppo di spending review».

Meglio sarebbe «concentrarsi sulla tax review» perché, spiega la responsabile comunicazione di Forza Italia, è ormai necessaria «una seria revisione della pressione fiscale che è il freno allo sviluppo».

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