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Il grillino a processo ma il M5S non fa nulla

Alvise Maniero rinviato a giudizio per l'incidente di un ragazzino. Ma per lui il M5S non si muove

Il grillino a processo ma il M5S non fa nulla

Prima Filippo Nogarin, poi Federico Pizzarotti. Ma la bufera giudiziaria che si sta abbattendo sul Movimento Cinque Stelle non si arresta. Ora nel mirino dei giudici - e dei media - è finito Alvise Maniero, sindaco di Mira (Venezia), che a differenza degli altri che si sono trovati "solo" un avviso di garanzia è stato anche rinviato a giudizio.

Tutto risale al 2012, quando un ragazzino si è arrampicato sul tetto della piscina comunale, chiusa per ristrutturazione, ed è precipitato per il cedimento di un lucernario, restando tetraplegico, Per quell’episodio vennero indagati per lesioni colpose oltre all'allora neoeletto Maniero altre sei persone: due dirigenti comunali, il gestore della piscina, e tre tecnici. A conclusione delle indagini, nel 2014, la Procura di Venezia aveva chiesto l’archiviazione, ritenendo che la colpa della caduta fosse da addebitare al ragazzo, entrato in un cantiere vietato ai non addetti ai lavori. Ma i familiari si opposero, ed il gip ordinò la formulazione del capo d’imputazione, ravvisando carenze nella sicurezza. Maniero e gli altri sei vennero quindi rinviati a giudizio, per lesioni colpose aggravate dal mancato rispetto delle regole antinfortunistiche. Il processo ha avuto inizio nel gennaio 2015, ed è tuttora in corso. I legali della famiglia del giovane rimasto paralizzato hanno chiesto un risarcimento danni di circa 12 milioni di euro.

Una vicenda che - dopo la differenza di trattamento tra Nogarin e Pizzarotti e con la sospensione del secondo - non poteva restare nell'ombra. Soprattutto perché invece per Maniero non c'è stato nessun provvedimento nemmeno dopo che il gip ha deciso di portarlo in tribunale. Insorge quindi il Partito democratico "Gratta gratta e scopri che nel M5s non solo la quantità di indagati sfiora lo stesso numero dei comuni amministrati, ma che soprattutto le regole non esistono", attacca oggi Silvia Fregolent (Pd), "O, meglio, che il criterio utilizzato dallo staff di Beppe Grillo è esclusivamente quello della fedeltà al comico autonominatosi anche Responsabile per le espulsioni. Siamo alle purghe a discrezione della Casaleggio Associati, in deroga al metodo annunciato dallo sceriffo Di Maio: chi è indagato si dimette". "Non sospendono il sindaco di Mira sotto processo da due anni. Ma Pizzarotti sì. Le regole barzelletta del M5S e del dittatorio Grillo", aggiunge Alessia Morani del Pd. "Il sindaco M5S di Mira è sotto processo da 2 anni. Lui non si chiama Federico quindi la regola Pizzarotti non vale.

Amici degli amici", conclude infine il senatore del Partito democratico Stefano Esposito.

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