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Indagato il sindaco di Livorno Mazzata per i grillini forcaioli

Nogarin finisce indagato per l'azienda dei rifiuti, come il suo predecessore dei democratici Grillo lo difende: «Vai avanti». Ma Forza Italia e Pd all'attacco: dov'è la morale a 5 stelle?

Indagato il sindaco di Livorno Mazzata per i grillini forcaioli

A ltri guai a Cinque Stelle a Livorno. Anche il sindaco pentastellato della città toscana Filippo Nogarin finisce indagato nell'inchiesta sull'azienda locale di raccolta rifiuti, l'Aamps, per la quale il primo cittadino ha fortemente voluto la richiesta di concordato preventivo. Prima di lui un avviso di garanzia per la stessa indagine era arrivato anche al suo assessore al bilancio Gianni Lemmetti, oltre che a un gran numero di precedenti amministratori targati Pd, compreso l'ex sindaco Alessandro Cosimi.

Ma il mal comune non fa gaudio sufficiente a smontare l'ennesima batosta per la giunta livornese, considerata dal Movimento 5 Stelle una sorta di laboratorio di governo: i continui inciampi e ora anche le magagne giudiziarie non sono certo una buona pubblicità in vista delle prossime amministrative, dove M5S spera di conquistare qualche città importante, a cominciare dalla Capitale.

Nogarin ieri si è difeso su Facebook, spiegando di essere «certo di aver sempre agito per il bene dell'azienda e dei livornesi», ma aprendo alla possibilità di dimissioni nel caso in cui «già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del M5S». E a premiare la «fedeltà» del primo cittadino al movimento, arriva la benedizione via telefono di Beppe Grillo, pronto a confermare a Nogarin la fiducia propria, di Davide Casaleggio e dell'intero direttorio. Nell'avviso di garanzia arrivato all'assessore, che il sindaco definisce «del tutto identico» al proprio, vengono contestati falso in bilancio, concorso in bancarotta fraudolenta e abuso d'ufficio. Nel mirino ci sarebbe l'assunzione dei 33 precari in Aamps, il placet al bilancio 2014 dell'azienda (approvato dalla giunta attuale) e l'azzeramento da parte di Nogarin del cda da lui stesso nominato, ma ostile al progetto di concordato preventivo voluto dal sindaco.

Se Grillo e i suoi sperano che il piano di concordato basterà a disinnescare l'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco pentastellato e del suo assessore, il Pd approfitta del guaio giudiziario per partire all'attacco di M5S. Dimenticando che anche il predecessore Pd di Nogarin è indagato, e accusando i grillini - che manifestavano a Lodi per l'arresto del sindaco Pd - di doppiopesismo. «Accipicchia Luigi Di Maio, che si fa con Nogarin? Organizzi una manifestazione anche a Livorno per chiedere le dimissioni?», twitta sarcastica la vicepresidente del Pd a Montecitorio, Alessia Morani, imitata da molti senatori colleghi di partito. Di «doppia morale» e «spirito giustizialista a corrente alternata» parlano il vicesegretario del partito Debora Serracchiani e il senatore dem Franco Mirabelli, mentre il deputato Pd livornese Andrea Romano e il senatore Claudio Martini se la prendono per le dimissioni annunciate in caso di «condotta contraria ai principi del M5S», rimarcando come «non esiste una morale a 5 stelle, ma la legge italiana alla quale si deve rispondere». Anche se, aggiunge Romano, «il Pd, a differenza dei Cinque Stelle, non fa sciacallaggio».

Caustica la critica diretta alla giunta livornese da Forza Italia.

Una nota degli azzurri toscani ricorda come «se dimissioni dovessero essere, ciò dovrebbe accadere non solo per il ricevimento di un avviso di garanzia, ma per la conclamata assenza di preparazione e capacità di amministrare dimostrate in un biennio di governo cittadino».

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