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L'attivismo di Sala fa saltare i nervi ai Matteo boys

Dice di pensare solo a Milano, ma il sindaco punta in alto. Lite via social con Fiano

L'attivismo di Sala fa saltare i nervi ai Matteo boys

Milano Il sindaco di Milano Beppe Sala pensa in grande e forte del buon risultato strappato su Milano, dove il Pd è risultato il primo partito nei collegi uninominali del centro storico alla Camera e al Senato, ha già dato più di un segnale di volersi affacciare sul palcoscenico nazionale della politica. Molto peggio alla sinistra è andata nei quartieri più lontani dai salotti e nelle periferie.

E così se già prima delle elezioni si guardava all'ex commissario Expo come possibile pontiere tra le diverse anime della sinistra, o meglio come riferimento per l'ala non renziana del partito e gli arancioni delusi di Pisapia per riconciliare la sinistra del Pd con Leu, in questo week end Sala conferma le voci con alcune entrate a gamba tesa nello psicodramma del Pd. Salvo poi smentire tutto con un «il mio futuro è Milano fino al 2021» ribadito ieri con un laconico «domani è lunedì e torno al lavoro carico e con nuove idee per fare ancora meglio. Quello che dovevo dire l'ho detto». Della serie, io non mi faccio avanti ma se mi cercate sono qua.

E così, con l'atteggiamento di chi fa (apparentemente) finta di niente, non ha risparmiato le sue bordate a Matteo Renzi, ormai ex segretario del Pd. «Credo che le sue dimissioni - ha spiegato Sala - debbano essere più chiare. Non trovo saggio che sia Renzi a governare questo passaggio delicato che prevede le elezioni dei presidenti di Camera e Senato e la formazione del nuovo governo». E ancora. «Credo che tutti abbiamo capito il bene e il male del renzismo. Il difetto è stato circondarsi di poche persone e non saper allargare. Il punto più basso è stato quella conferenza stampa post elezioni». Poi bolla le primarie come «una lotta tra galli», accusando nemmeno troppo velatamente il partito di essere «egoriferito» e lontano dagli elettori «che vogliono solo sapere qual è il programma e cosa si fa oggi».

Dopo aver detto la sua sul ruolo che il partito democratico, che oggi riunirà la direzione nazionale («per me deve stare all'opposizione») Sala ha aggiunto che «probabilmente una pausa di riflessione adesso farà senz'altro bene (a Matteo Renzi, ndr), credo che la costruzione di una nuova forza politica farebbe il male di tutti».

Il risultato, oltre a quello di farsi notare, è stato far infuriare il colonnello dem Emanuele Fiano che ieri gli rinfacciava di essere «ingrato» verso Renzi. Di più lo accusava di una «ossessione di fondo» e di «un che di personale» nei confronti dell'ex segretario. Il deputato ha ripercorso quanto «Renzi ha fatto per Milano» a partire dalla «richiesta di agevolare la candidatura a sindaco di Beppe Sala, ritirando la mia» e ha ricordato il suo sostegno «e impegno faticoso» per la sua elezione. Immediata la risposta del sindaco che proprio su questo punto ieri ha attaccato: «Tutte le opinioni vanno rispettate e certamente anche quella di Emanuele Fiano. Trovo però fuori luogo il passaggio sul suo ritiro dalle primarie allo scopo di favorirmi.

E lo dico anche perché ho una certa idea di come sarebbe finito un confronto Parisi-Fiano».

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