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Migranti, Minniti: "Ho temuto per la tenuta dell'Italia"

Il ministro l'indomani del vertice di Parigi: "Ora investiamo in Africa quanto per la rotta balcanica". E sullo ius soli: "Va approvato subito, è una legge di civiltà"

Migranti, Minniti: "Ho temuto per la tenuta dell'Italia"

"Quello che è successo ieri è stato un chiaro successo per l'Italia". Alla Festa dell'Unita a Pesaro il ministro dell'Interno Marco Minniti non nasconde certo la propria soddisfazione per l'intesa raggiunta a Parigi sulla gestione dei flussi migratori. "Ieri c'è stato il compimento di quel processo che avevamo iniziato a febbraio e i Paesi europei ce l'hanno riconosciuto - spiega - ora bisogna investire come è stato fatto per la rotta balcanica. Bisogna che l'Europa ora faccia la sua parte".

"Ad un certo momento ho avuto paura che davanti all'ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci ho temuto che ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri Paesi europei". Alla Festa dell'Unità Minniti ricorda quando, lo scorso 29 giugno, sono arrivati 12.500 immigrati nel giro di sole trentasei ore su venticinque navi diverse. "La situazione era davvero difficile - rivela - e io quel giorno sono dovuto tornare subito dell'Irlanda. Non potevamo continuare a gestire in questo modo i flussi migratori e abbiamo agito in modo nuovo". Quindi spiega: "Ora l'Europa ci ringrazia per questo. Il Mediterraneo centrale è tornato al centro dell'attenzione dell'Unione europea".

A questo punto, per risolvere il problema dell'immigrazione, il titolare del Viminale intende "investire grandi risorse nei Paesi africani", della Guinea al Ciad, dal Niger a tutta la zona subsahariana. Non ci sono ancora cifre chiare. Ma l'investimento per fermare l'invasione verso le coste italiane deve essere almeno pari a quello versato alla Turchia per chiudere la rotta balcanica. "Se l'Africa sta male - puntualizza alla Festa dell'Unità - l'Europa starà male, se l'Africa sta bene l'Europa starà bene. Per questo - continua il ministro dell'Interno - occorre un pieno di sviluppo per i Paesi africani e occorre formare una classe dirigente stabile. In questo modo nel giro di tre anni potremo davvero affrontare il problema dell'immigrazione".

Durante il suo intervento a Pesaro Minniti ribadisce il proprio appoggio alla legge sullo ius soli. "Il problema dell'immigrazione non c'entra nulla con questo progetto". E sottolinea: "È una legge di civiltà ed è particolarmente ponderata. È elemento importante della politiche di integrazione e favorisce la creazione di un paese più sicuro non più debole - aggiunge poi - sullo ius soli si gioca il futuro del nostro paese". Il ministro dell'Interno fa, quindi, notare che "quelli che hanno colpito in Europa negli ultimi attentati non venivano da fuori ma erano persone non integrate nei loro sistemi".

"Se vogliamo più sicurezza - conclude - dobbiamo fare meglio e non far aspettare 18 anni per dare la cittadinanza a ragazzi che sono italiani".

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