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Nato, in scena la crisi del 70esimo anno Scintille Macron-Trump su Erdogan e quote

Il presidente Usa definisce il leader francese «offensivo» per aver parlato di «morte cerebrale» dell'Alleanza Scontro su foreign fighter e lotta all'Isis

Nato, in scena la crisi del 70esimo anno Scintille Macron-Trump su Erdogan e quote

Nelle coppie è la crisi del settimo anno. Nella Nato è la crisi del settantesimo anno. Al vertice di Londra, che celebra la lunga vita dell'Alleanza Atlantica, sono andati in scena isterismi e dolori della relazione Stati Uniti-Francia, rappresentativa dell'allontanamento Usa-Europa e - secondo qualche diplomatico - presagio di una rottura definitiva che potrebbe arrivare in caso di rielezione di Donald Trump nel 2020. Anticipato dalla minaccia di tassare i prodotti francesi come punizione per la web-tax (a rischio anche l'Italia), il duello si è consumato prima a distanza, con il presidente Usa che è tornato a rinfacciare agli alleati il mancato rispetto degli obblighi finanziari. Solo 9 Paesi raggiungono la soglia di contribuzione fissata al 2% del Pil, Francia e Turchia sono vicine ma Italia e Germania parecchio lontane dall'obiettivo. Prima del bilaterale con Emmanuel Macron, il presidente Usa ne ha approfittato anche per togliersi un sassolino dalla scarpa. «Offensivo e irrispettoso» ha definito il leader francese che in un'intervista all'Economist aveva parlato di «morte cerebrale» dell'Alleanza. «La Nato ha un grande scopo e nessuno ne ha più bisogno della Francia», dice Trump. Macron non torna indietro: «Confermo quelle parole». E contrattacca: «Non si può parlare solo di denaro. Il primo costo pagato è quello della vita dei soldati». Ma le vere scintille sono arrivate quando si è parlato di foreign fighters e lotta all'Isis. Trump ha ricordato che gran parte dei combattenti stranieri catturati in Siria arrivano dall'Europa: «Nei vuoi qualcuno? - chiede polemico a Macron, ironizzando sul loro controverso rientro in patria - Te li posso mandare, quanti ne vuoi». Macron replica indispettito: «Siamo seri. I combattenti stranieri sono solo una minoranza. La priorità è la lotta all'Isis, che non è finita». Poi il leader francese affonda il dito nella piaga Turchia: «Combatte contro chi combatteva al nostro fianco lo Stato islamico. E coopera con alleati dell'Isis». Toni opposti al leader statunitense, che elogia Recep Erdogan: «Mi piace la Turchia e vado molto d'accordo con il suo presidente» dice grato ad Ankara per lo spazio aereo fornito per l'uccisione di Al-Baghdadi, mentre Macron, Angela Merkel e Boris Johnson vedono Erdogan senza sollevare «tutte le ambiguità».

Turchia, Russia e Cina sono i tre Paesi del contendere, dopo l'offensiva in Siria da parte di Ankara, l'invasione dell'Ucraina da parte russa e le controversie commerciali Usa-Cina. Trump chiede di concentrarsi sulla «minaccia» cinese più che sulla Russia. E annuncia di voler rimandare le decisioni sull'accordo commerciale con Pechino: «Mi piace l'idea di aspettare fin dopo le elezioni». Paventa un possibile nuovo accordo sul nucleare con la Russia, dopo aver sganciato gli Usa dal Trattato con Mosca, e annuncia che coinvolgerà anche la Cina. Macron raccoglie i timori degli alleati spaventati dal dilagare di Putin ma non gioca a fare il duro: «È importante avere un dialogo strategico con Mosca. Però serve tenere gli occhi ben aperti». Il presidente americano plaude e non è il solo momento di distensione con Macron. «Abbiamo fatto un sacco di cose buone insieme come alleati», dice, salvo prendersi da solo il merito di aver «evitato la Terza Guerra Mondiale» con la Corea del Nord.

Infine tutti a cena dalla Regina, Giuseppe Conte incluso, dopo la rassicurazione che gli Usa non sono interessati alla Sanità britannica e l'elogio al primo ministro Johnson a caccia di un nuovo mandato tra una settimana: «È molto capace ma resterò fuori dalla campagna elettorale inglese». I manifestanti lo contestano fuori da Buckingham Palace.

E fonti diplomatiche avvisano: «Trump aspetta solo la sua rielezione per lasciare la Nato al suo destino».

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