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Ora arrivano gli anarchici a dar manforte ai profughi

Gli attivisti di varie nazionalità forniscono assistenza sul terreno e mappe on line con indicazioni precise sulle rotte, i passaggi, i sotterfugi per raggiungere l'illusorio Eldorado occidentale

Ora arrivano gli anarchici a dar manforte ai profughi

«Mentre la ruspa del potere cancella 3 mesi di lotta e autogestione. Sugli scogli continua la resistenza di migranti e solidali (…) we are not going back - Ventimiglia ovunque» è il grido di battaglia degli attivisti «No border» su Facebook, che ieri sono stati sgomberati dalla polizia. La tendopoli abusiva ad un passo da Ventimiglia era il presidio di un centinaio di migranti e amici dell' «invasione», che si battono «contro il regime europeo dei confini».

Fra loro un attivista serbo, che secondo l'agenzia Ansa è stato arrestato su mandato internazionale di cattura per rapina. Non si tratta di quattro gatti isolati, ma del tassello di una rete più ampia, a livello europeo, che punta alla totale libertà di movimento, senza distinzione fra rifugiati e clandestini. Gli attivisti di varie nazionalità forniscono assistenza sul terreno e mappe on line con indicazioni precise sulle rotte, i passaggi, i sotterfugi per raggiungere l'illusorio Eldorado occidentale. Via twitter e Whatsapp indirizzano migliaia di migranti verso determinati punti di frontiera per cercare di sfondarli. La rete «senza confini», infiltrata dagli anarchici, «è uno strumento per i gruppi e le organizzazioni di base a favore dei migranti e dei richiedenti asilo - si legge in rete - al fine di lottare al loro fianco per la libertà di movimento».

All'alba di ieri la polizia, su richiesta della magistratura, ha sgomberato il campo illegale alla Barriera di San Ludovico vicino a Ventimiglia ed al confine francese. Radio Onda rossa incitava in diretta: «Si resiste sugli scogli». Per ore un gruppetto di irriducibili non voleva muoversi lanciando appelli alla mobilitazione su Facebook raccolti dai pacifisti, che hanno manifestato a Genova.

Non a caso sono arrivati in soccorso, a parole, gli ultimi comunisti. Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea «gli sgomberi dei migranti e del presidio No Border a Ventimiglia sono vergognosi. Il governo Renzi si ispira con ogni evidenza a Orban (il premier ungherese che ha eretto una barriera anti invasione alle frontiere)». In realtà la stragrande maggioranza della popolazione e lo stesso sindaco Pd di Ventimiglia non ne potevano più della protesta estrema. Tutto è iniziato l'11 giugno quando i migranti sono stati respinti alla frontiera dai francesi. «Da allora la rete di solidarietà (…) ha messo in piedi un laboratorio permanente di resistenza alle politiche repressive esercitate sui confini” sostengono gli attivisti nostrani.

La «resistenza» è pan europea. In settembre prima della chiusura della frontiera ungherese è comparsa la pagina Facebook in inglese «Evitate l'Ungheria - Notizie della migrazione». Grazie a Google maps vengono indicati i tragitti alternativi verso ovest, attraverso Croazia, Slovenia e Austria, con prezzi, lunghezza in chilometri e tempi di percorrenza in treno o su quattro ruote. Non mancano mappe con la nuova rotta che lambisce l'Italia scritte in arabo. Oltre ad indicazioni dei punti di passaggio illegale, dove si trovano i cordoni di polizia per evitarli ed i punti di accoglienza per riprendere le forze. Gli attivisti si presentano su Facebook come «un gruppo di volontari nato per aiutare i richiedenti asilo a trovare rotte alternative per raggiungere le loro destinazioni» fino in Germania e nei paesi del nord Europa.

I pro migranti, compresi «compagni» italiani sono anche sul terreno per indirizzare il flusso. A metà settembre la rete pro “invasione” ha suonato l'adunata via twitter con gli hashtag #Crossingnomore e #marchofhope. Migliaia di migranti hanno risposto all'appello marciando su Edirne, una cittadina turca vicina al confine greco e bulgaro. L'obiettivo era sfondare la frontiera per evitare il passaggio via mare dell'Egeo, ma la polizia turca ha fatto muro.

I piani delle reti pro «invasione» No border e Stop Deportation sono anche più aggressivi. Le compagnie aeree come Lufthansa, Air France, Swissair, Sabena, British Airways, Iberia e pure le agenzie di viaggio sono nel mirino perché «deportano» i clandestini. L'obiettivo è organizzare blocchi e proteste negli aeroporti per fermare i respingimenti. I campi come quello di Ventimiglia già organizzati in Slovacchia, Germania, Polonia, Sicilia e Spagna sono un altro tassello del piano pro «invasione».

Ulteriori azioni prevedono l'«evasione dai centri (di accoglienza nda), la loro distruzione o la lotta contro le nuove costruzioni».

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