Cronache

Ora i cardinali vacillano sull'obbedienza al Papa

Dibattito tra porporati: giusto seguire Francesco, ma a patto che lui rimanga fedele ai dettami della Chiesa. Oggi Bergoglio farà venti nuove nomine in un clima critico

Il Papa al concistoro del Collegio cardinalizio
Il Papa al concistoro del Collegio cardinalizio

L'obbedienza al Papa prima di tutto, anche se per qualche cardinale non è proprio così. Si è parlato anche di questo, tra una pausa caffè e l'altra, al concistoro convocato da Papa Francesco, che si concluderà oggi con la creazione di 20 nuovi cardinali (tra cui due italiani) e che ha visto la partecipazione di oltre 160 porporati provenienti da tutto il mondo. Nonostante il clima sereno che si è respirato per due giorni nell'aula nuova del Sinodo («non c'è stato un clima rivendicativo o aggressivo» ha riportato il direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi) e nonostante l'apprezzamento per il lavoro di riforma della Curia Romana svolto fino a oggi, qualche cardinale, sia della vecchia guardia sia con incarichi di governo in Vaticano, è riuscito però a farsi notare dai confratelli per degli interventi, ufficiali e non, che hanno posto l'accento sulla necessità di seguire attentamente «una via maestra, quella del diritto» nel processo di rinnovamento della Curia e sul tema dell'obbedienza al Sommo Pontefice.

«Si deve obbedienza al Papa se le sue direttive sono in linea con il diritto canonico», ha voluto precisare un porporato in disaccordo con la maggioranza degli altri cardinali, consapevoli del fatto che si deve obbedienza al vicario di Cristo a prescindere da tutto. «Abbiamo il dovere di presentarci con mente e cuore aperti verso il Papa», ha commentato con altri confratelli un importante porporato italiano, mandando giù l'ultimo sorso di caffè, «non dovrebbero esserci liberi battitori, non è bello cercare opposizioni» ha detto, citando infine Benedetto XVI sul tema dell'obbedienza: «Obbedire è una parola che non piace nel nostro tempo», spiegava il Papa Emerito commentando nel 2010 la Lettera agli Ebrei, «viene interpretata come alienazione, atteggiamento servile, sottomissione alla volontà di un altro, mentre l'autodeterminazione sarebbe la vera esistenza umana. Libertà e obbedienza sono invece due cose che vanno insieme».

Le parole di Ratzinger (che oggi sarà presente in Basilica per il concistoro), hanno illuminato il volto dei presenti, ma solo per qualche minuto, perché pronta è arrivata la replica di un altro porporato, questa volta americano (devotissimo al Papa Emerito) che ha preso la parola, in presenza di Bergoglio, intervenendo sul tema della riforma della costituzione apostolica «Pastor Bonus»: «Va bene riformarla, va bene tutto», ha spiegato, «ma il centro di tutto, come per il tema dell'obbedienza, dev'essere il diritto canonico». Si potrebbe quindi anche disobbedire al Pontefice, secondo qualche cardinale tradizionalista, se il Papa non rispetta la legge, senza lasciar spazio alla misericordia e senza lasciar spazio al cuore, ma tenendo un approccio esclusivamente legislativo.

«Nella stesura della nuova costituzione bisognerà certamente curare nei minimi dettagli la terminologia di legge e fare attenzione ad ogni passaggio», ha aggiunto un altro porporato che invece condivide in pieno l'azione pastorale di Francesco, «non dobbiamo essere però troppo burocrati dalla faccia funerea, come ha ricordato il Santo Padre nel discorso di Natale alla Curia Romana, noi dobbiamo servire i fedeli e la Chiesa con la gioia del Vangelo».

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