Cronache

Pacco bomba, paura per la Appendino

Il plico con polvere esplosiva, fili e una pila recapitato a Palazzo civico

Pacco bomba, paura per la Appendino

Le cose si fanno serie. Basta dare un rapido sguardo alle piazze e al clima che ci circonda per comprendere la deriva che sta prendendo il nostro Paese a causa dei cinquestelle. Una brutta cosa che fa tornare alla mente un bruttissimo periodo. Quello nel quale l'estremizzazione della dialettica politica (ciò che accade anche oggi) produsse violenze di piazza, lotta armata e terrorismo.

Sono i moderni anni di Piombo nei quali un plico bomba può essere inviato al Palazzo Civico della civilissima Torino contro la sindaca M5s Chiara Appendino. L'ordigno era dentro una busta che è stata ritirata dall'ufficio protocollo. La macchina radiogena che ne ha esaminato il contenuto ha appurato che il pacco conteneva polvere esplosiva e un innesco. Sarebbe esploso se fosse stato aperto ed era simile ad analoghi ordigni di matrice anarchica spediti negli anni scorsi a diverse persone. Ricorda anche, tra gli altri, la serie di plichi esplosivi inviati tra il 2015 e il 2016 nell'ambito delle campagne contro i Cie.

Proprio questo tipo di attacchi era finito nell'inchiesta che ha portato ai primi di febbraio allo sgombero dell'Asilo, un centro sociale anarchico a Torino. Il pacco è stato spedito da fuori Torino, probabilmente prima della manifestazione di sabato scorso con cui gli anarchici hanno protestato contro lo sgombero. In Comune è arrivato anche il questore Francesco Messina e il consiglio comunale è stato subito sospeso e rimandato.

La Appendino, che da un mese è sotto scorta, nel mirino degli anarchici, è stata minacciata più volte nei giorni scorsi. «Appendino appesa», le scritte contro di lei dopo che si era dichiarata a favore dello sgombero dell'asilo occupato di via Alessandria. Sabato, durante il corteo, sui muri del cimitero erano comparse altre scritte: «Appendino la scorta non ti basta».

La cronaca. Verso le 16, durante la seduta del consiglio comunale, gli uffici di protocollo al pian terreno hanno rinvenuto una busta postale gialla, grandezza dieci per quindici, indirizzata alla sindaca. All'interno un congegno rudimentale: una pila, dei fili e della polvere esplosiva. Il plico sarebbe potuto esplodere e aveva come mittente: «Scuola Diaz, via Cesare Battisti, Genova».

Si tratta di un plico esplosivo con «innesco a trazione», idoneo ad esplodere e a provocare feriti. Un tipico ordigno di matrice anarchico-insurrezionalista, il movimento che sta mettendo sotto scacco la regale Torino. Tempestiva la messa in sicurezza da parte dei vigili, che hanno ritenuto la busta subito sospetta. E immediato è stato l'intervento degli artificieri, che si sono occupati delle operazioni di disinnesco, durate un paio d'ore; verso le 19 la busta è stata portata via per le analisi.

La sindaca Appendino, palesemente scossa, ha subito convocato i partiti in conferenza di capigruppo, dove il comandante dei vigili di Palazzo Civico ha spiegato l'accaduto.

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