Politica

Picchiata e sgozzata dall'amico immigrato: «Ho perso la testa»

Marocchino tossicodipendente confessa l'omicidio di Sabrina Malipiero, 52 anni

Jacopo Granzotto

Prima pugni e schiaffi, poi il coltello da cucina con il quale le ha tranciato di netto la giugulare. Ha confessato il marocchino Zakaria Safri, il 38enne imbianchino arrestato nella notte tra sabato e domenica per l'assassinio di Sabrina Malipiero, la commessa 52enne il cui cadavere era stato rinvenuto sabato a mezzogiorno dal figlio Stefano nell'abitazione in cui la donna viveva da sola, a Pesaro.

L'uomo, noto alle forze dell'ordine per il vizio della cocaina, ha ceduto dopo quattro ore di interrogatorio davanti ai magistrati e al capo della mobile. L'omicidio è avvenuto venerdì pomeriggio intorno alle 16, la stessa ora in cui la donna avrebbe dovuto iniziare il turno di lavoro in un supermercato poco distante dalla sua abitazione. L'uomo frequentava la casa della donna ma i due pare non avessero una relazione. «Sì sono stato io, ci conoscevamo bene. Era una mia cara amica, all'improvviso abbiamo litigato e ho perso la testa», ha ammesso il nordafricano. Gli inquirenti avevano privilegiato la tesi che l'assassino dovesse trovarsi all'interno della cerchia delle conoscenze della donna e, pur nel massimo riserbo, avevano fatto trapelare un moderato ottimismo. Un omicidio d'impeto, forse sotto gli effetti della droga, scoppiato per futili motivi. Ma proprio quella che sembra al momento una non premeditazione, ha portato l'uomo a lasciare tracce che gli inquirenti hanno seguito fino ad arrivare all'identificazione e al fermo.

I due si conoscevano e anche venerdì si erano sentiti al cellulare: quando l'uomo si è presentato in casa, Sabrina lo ha fatto entrare. Quindi sarebbe successo qualcosa che ne ha scatenato la reazione violenta, in camera da letto, dove la donna è stata colpita ripetutamente al volto e uccisa con due coltellate al collo, che hanno reciso la giugulare. Il suo corpo sarebbe stato spostato nel corridoio dell'abitazione, dove la scientifica ha trovato impronte di un paio di scarpe maschili. L'omicida ha poi lasciato precipitosamente l'abitazione al secondo piano di via Pantano 89, dopo aver trovato e preso le chiavi dell'auto della donna, parcheggiata nel retro dell'edificio e, uscendo, avrebbe strisciato contro un muretto. La Daewoo Matiz nera è stata rinvenuta sabato notte a un paio di chilometri di distanza e messa a disposizione del personale della polizia scientifica che hanno trovato tracce di sangue dell'omicida. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi a Pesaro. Su di lui pende l'accusa di omicidio volontario aggravato.

«L'omicidio di Sabrina Malipiero ha sconvolto la città. Grazie al prezioso lavoro delle forze dell'ordine il colpevole è stato trovato e ha confessato», scrive sul suio profilo Facebook il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci. «Ancora una volta nel nostro paese una donna viene colpita e uccisa da un uomo che conosceva bene - continua Ricci-.

Piccoli uomini che si trasformano in bestie feroci contro una donna».

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