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Renzi, altro che trasparenza Mancano i redditi dei parenti

Sul sito di Palazzo Chigi niente 730 di moglie, fratello e genitori. Il premier denuncia 103mila euro di stipendio

Renzi, altro che trasparenza Mancano i redditi dei parenti

Roma - Altro che trasparenza! Il premier Matteo Renzi, ha pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio esclusivamente la propria dichiarazione dei redditi relativa al 2015. Quest'anno, si evince da un'apposita dichiarazione annessa, «la moglie Agnese Landini, i genitori Tiziano Renzi e Laura Bovoli, le sorelle Benedetta Renzi e Matilde Renzi, il fratello Samuele Renzi, le nonne Anna Maria Pandolfi e Maria Violanti, non hanno dato il consenso».

Niente più decine di fogli di Unico e 730, solo quello del presidente del Consiglio. Di sicuro non è un bel segnale per il principale esponente di un esecutivo che ha fatto della trasparenza una delle proprie bandiere. Anche se non è ancora legge, da mesi circola nei corridoi parlamentari il Freedom of information Act all'italiana, ossia la «copia» della normativa statunitense che impone l'assoluta e automatica disclosure patrimoniale per tutti coloro che ricoprono o concorrono a cariche pubbliche remunerate (ne abbiamo avuto un esempio con la battaglia tra Donald Trump e Hillary Clinton). Il decreto italiano imporrà, se verrà mai emanato, a qualsiasi carica politica anche non elettiva l'obbligo - pena sanzioni amministrative - di pubblicare patrimoni e redditi dei parenti fino al secondo grado. Insomma, un rafforzamento delle normative varate dai ministri Severino e Patroni Griffi durante il governo Monti.

Resta così da analizzare solo il 730 del premier che quest'anno ha dichiarato, relativamente al 2015, un reddito imponibile pari a 103.283 euro. A questi si aggiungono le comproprietà di due villini (uno a Pontassieve e l'altro a Rignano), una comproprietà di un terreno coltivato ad Olivi, sempre a Rignano, e un box nell'abitazione di Pontassieve. Le eccedenze Irpef, cumulate nel corso degli anni, gli danno diritto a un rimborso di quasi 18mila euro (17.998 per la precisione). L'unico dato certo è che Matteo Renzi l'anno scorso ha continuato a guadagnare un po' meno rispetto ai suoi «anni d'oro» quando da sindaco di Firenze e, soprattutto da rottamatore, sfornava ogni anno un bestseller con Mondadori (azionista di minoranza della società che pubblica il Giornale; ndr) godendo dei diritti d'autore che, ad esempio, nel 2013 ne portarono l'imponibile a circa 145mila euro. Poi, il buio.

Che, beninteso, non riguarda la consorte Agnese Landini Renzi, docente di liceo che negli anni scorsi vista la sua posizione di precaria (solo recentemente stabilizzata) ha presentato sempre dichiarazioni con un imponibile leggermente inferiore o leggermente superiore ai 10mila euro annui. E lo stesso vale per le nonne, titolari di redditi da pensione (delle quali una è di reversibilità), e per il fratello Samuele, medico pediatra in Svizzera. Le polemiche dell'ultimo anno, però, avrebbero potuto indurre il presidente del Consiglio a sollecitare una maggiore trasparenza verso i suoi parenti. In primo luogo, il padre Tiziano, titolare e dirigente della Eventi 6, società che si occupa di promozioni e pubblicità nata dalle ceneri della Chil. Quest'ultima finì in bancarotta e così Fidi Toscana (finanziaria della Regione) fu costretta a coprire le garanzie prestate su un mutuo contratto alla Bcc di Pontassieve ove lavorava il padre dell'attuale sottosegretario Luca Lotti.

Tiziano Renzi nel 2015 aveva dichiarato un imponibile di 46mila euro circa relativo all'anno precedente, mentre la madre Laura Bovoli, presidente di Eventi 6, ne dichiarò oltre 72mila. Più «povere» risultavano le sorelle collaboratrici dell'azienda di famiglia.

La privacy ha prevalso su tutto.

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