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Russia, Putin gioca alla guerra (dei record)

Sono le manovre militari più imponenti di sempre. Che avvicinano Mosca e Pechino

Russia, Putin gioca alla guerra (dei record)

I carri armati scendono dai rimorchi e si avviano, in fila, per le strade sterrate dell'estremo oriente russo. Ieri, giornata inaugurale della mega esercitazione militare Vostok-2018 (Est-2018), sono stati dispiegati i mezzi di terra. Oggi si proseguirà con le simulazioni anti-aeree, per arrivare nel giro di una settimana a schierare tutte le forze in campo in quella che è la più grande simulazione di guerra della storia del Paese: 300mila soldati, 36mila mezzi corazzati, mille tra aerei, elicotteri e droni e 80 navi da guerra. Ciliegina sulla torta, la partecipazione di contingenti cinesi e mongoli.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che l'esercitazione è necessaria per garantire la capacità della Russia di difendersi «nel contesto internazionale attuale, spesso aggressivo e ostile» nei confronti di Mosca. La Nato è subito intervenuta per condannare l'operazione, che fino al 17 settembre proseguirà tra la Siberia e la parte più a est della Federazione. «Vostok-2018 dimostra l'intenzione della Russia di esercitarsi in conflitti su larga scala - ha detto il portavoce dell'Alleanza atlantica, Dylan White -. È un copione che abbiamo già visto negli ultimi tempi, con l'incremento della presenza militare e del budget per la difesa». In effetti il presidente russo Vladimir Putin ha aumentato la frequenza delle esercitazioni militari di grandi dimensioni, nel Caucaso e nelle regioni baltica e artica. Ma a Zapad-2017, l'esercitazione dell'anno scorso, hanno partecipato (secondo Mosca) 12.700 militari e a Vostok-2014, l'ultima condotta nell'estremo oriente del Paese, sono stati impiegati 155mila soldati. Niente a che vedere con il dispiegamento di forze di questa edizione, paragonabile (e comunque superiore) solo a Zapad-81, l'esercitazione del 1981 delle truppe del Patto di Varsavia in piena Guerra fredda.

La prova di muscoli odierna, sia per le dimensioni sia per la tempistica, rende ancora più tesi i rapporti tra la Russia e l'Occidente, già messi a dura prova dagli interventi moscoviti in Crimea, Ucraina e Siria e dai presunti tentativi russi di boicottare le elezioni europee e statunitensi. Vostok-2018 serve invece ad avvicinare Mosca e Pechino, dato che per la prima volta il governo cinese ha inviato 3.200 soldati, 900 mezzi e 30 velivoli per partecipare a un'operazione militare su suolo russo. Ieri Putin e l'omologo Xi Jinping si sono anche incontrati a Vladivostok, Siberia, in occasione del quarto Eastern Economic Forum: qui, avvicinati dal comune scontro commerciale con gli Usa di Donald Trump, hanno rafforzato una «relazione di fiducia in politica, sicurezza e difesa».

Nella conferenza stampa congiunta il leader del Cremlino ha detto che è «molto probabile» che l'interscambio Cina-Russia, già a 60 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2018, toccherà i 100 miliardi entro la fine dell'anno.

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