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Salvini: "Se non mi fanno saltare io andrò fino in fondo"

Il leghista preoccupato evoca il rischio dei poteri forti. "Ovunque tu ti muova, vai a toccare interessi economici stratificati da anni"

Salvini: "Se non mi fanno saltare io andrò fino in fondo"

"Se non mi fanno saltare, io vado fino in fondo". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Ci sono enormi interessi economici in ballo. Ovunque tu ti muova, vai a toccare interessi economici stratificati da anni", ha spiegato a margine di Idn 2018 a Milano. "Guardate la reazione del presidente del Coni quando abbiamo messo in discussione l'elefantiaco impianto dello sport italiano dicendo: 'rimettiamo il timone in mano alle federazioni e allo sport di base. Tocchi degli interessi lì, interessi delle multinazionali, delle lobby, dei grandi settori come i tabacchi e i giochi. Penso che ci abbiate votato per rimettere al centro la trasparenza, il denaro pubblico speso bene e l'interesse dei cittadini", ha spiegato.

Parole forte, dette per la prima volta dal leghista. Parole che lasciano trasparire una sorta di paura per il futuro. Paura che ha un nome ben preciso, anche se il vicepremier non lo dice apertamente: poteri forti.

Insomma, se ieri il leader del Carroccio esprimeva ottimismo ("Quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per il bene degli italiani quindi sono convinto che ci permetteranno di fare quello che è un bene per gli italiani"), oggi sembra mettere le mani ed esprimere preoccupazione.

"Dobbiamo essere compatti, perché uno squalo si avvicina se gli fai sentire l'odore del sangue. Vogliono farci litigare, farci polemizzare, certo l'uscita di qualcuno ogni tanto non aiuta, ma io sono testone, se firmo un impegno vado fino in fondo. La preoccupazione non sono i commissari europei, gli ispettori dell'Onu. L'unica leva che hanno per sovvertire le regole della democrazia e le scelte degli italiani, è la leva finanza. Su quello possono agire, sullo spread, sui mercati, e quindi sul credito. La battaglia è molto più grande di quello che si pensa il problema non è Juncker o Moscovici. Ma quelle persone che faranno di tutto per svendere le splendide aziende che lavorano nel nostro Paese. È una cosa che impediremo".

Oggi il ministro Tria si trova a Bruxelles per un mini-summit allargato ai colleghi della Ue, per preparare il Consiglio di dicembre. Il "caso Italia" non è in agenda ma è probabile che i ministri ne parlino a margine dell'incontro. Ma Tria potrebbe fare un ultimo tentativo diplomatico per dissiparne timori e perplessità ed evitare un definitivo approfondirsi delle fratture. Mercoledì invece sarà la volta del pronunciamento della Commissione Ue sull'apertura di una procedura di infrazione.

Intanto, dall'Austria arriva l'ennesima bordata sull'Italia. "Non vedo cambiamenti da parte italiana. Aspettiamo questa settimana ancora una risposta chiara della Commissione. Io penso che ci saranno ancora tensioni con l'Italia", ha dichiarato il ministro austriaco delle Finanze e presidente di turno del consiglio Ue, Hartwig Loger.

Che poi ha aggiunto: "Non so se incontrerò personalmente il ministro Tria".

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