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Stretta di mano Kim-Moon. La due Coree si avvicinano tra picchetti e dolci a tema

Incontro nel villaggio simbolo dell'armistizio del '53. Cerimoniale e menù studiati con cura

Stretta di mano Kim-Moon. La due Coree si avvicinano tra picchetti e dolci a tema

New York - Pochi passi per fare la Storia. Gli occhi del mondo sono puntati sul 38° parallelo, dove in queste ore va in scena l'incontro tra Moon Jae-in e Kim Jong Un. Incontro il cui dettagliatissimo cerimoniale, preparato da settimane, è studiato appositamente per favorire i legami personali tra i due leader. A partire proprio dai pochi passi necessari al dittatore nordcoreano per attraversare a piedi il confine all'interno della zona demilitarizzata e incontrare il presidente sudcoreano alla Peace House di Panmunjom, il villaggio simbolo dell'armistizio del 1953, che pose fine alla guerra.

Sul tavolo del summit c'è in primis la sfida della denuclearizzazione, in vista di un altro storico vertice, quello tra Kim e il presidente americano Donald Trump. Ma anche la pace permanente tra i due Paesi. Il capo di gabinetto presidenziale di Seul, Im Jong-seok, spiega che il vertice inizia alle 9.30, le 2.30 italiane, e a Kim, il primo leader del Nord ad entrare nel territorio del Sud dalla fine della Guerra di Corea, viene riservato il trattamento di un capo di Stato. Dopo la stretta di mano a Moon sulla linea che divide i due Paesi c'è l'ispezione del picchetto d'onore sudcoreano alla Peace House, e a seguire un primo round di colloqui. Il pranzo è separato, prima di un nuovo incontro per piantare insieme un pino e sistemarvi sotto una pietra con incisa la frase «qui piantiamo pace e prosperità». Poi è prevista una passeggiata, un nuovo meeting - si spera culminato dalla firma dell'intesa - e infine la cena offerta da Moon, dove ogni piatto è stato scelto accuratamente. Come il rösti, pietanza a base di patate in ricordo degli studi di Kim in Svizzera, o i naengmyeon, noodle serviti in un brodo di carne freddo tipici di Pyongyang, preparati dallo chef dell'Okryu Gwan, il ristorante più famoso della Nord Corea. E ancora il liquore munbaeju, originario del Nord, ma che ora è tradizionalmente prodotto nel Sud. Mentre le sedie in noce riservate ai due leader sono decorate con una mappa della Corea riunita.

Ad accompagnare Kim sono nove funzionari, tra cui il ministro degli Esteri Ri Yong-ho e i vertici militari. C'è anche la sorella, Kim Yo-jong, diventata una delle protagoniste del riavvicinamento con la sua partecipazione, il 9 febbraio scorso, alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang, in Sud Corea. Proprio la decisione di invitare Pyongyang ai giochi è stata la grande scommessa di Moon, che ora ospita la delegazione del Nord per i primi seri negoziati di pace da oltre un decennio. Gli analisti sono scettici sul fatto che Pyongyang accetterà di rinunciare al suo arsenale nucleare, ma a Seul c'è ottimismo sulla riuscita dell'incontro. E la speranza che il dialogo diretto possa gettare le basi per una reciproca fiducia, proprio come avvenuto alle Olimpiadi tra il presidente sudcoreano e la sorella del dittatore. Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il vertice «è incoraggiante», un «primo passo» nel negoziato per arrivare ad «una soluzione politica» della situazione nella penisola.

A suo parere tuttavia è necessario mantenere «la pressione» su Pyongyang, anche con le sanzioni, fino a quando non si vedrà un reale cambio di atteggiamento. Trump, da parte sua, ha fatto sapere in un'intervista a Fox che sta considerando «tre o quattro date» e «cinque location» per l'incontro con Kim.

E intanto, in occasione del summit intra-coreano, Seul e Washington hanno deciso di sospendere per oggi le esercitazioni militari annuali.

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