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Stupratori di Rimini, Gasparri alla sinistra: "Con lo ius soli sarebbero italiani"

Da Minniti a Orlando, Pd e governo premono l'acceleratore sullo ius soli: "La legge va approvata entro la fine della legislatura". Barricate del centrodestra

Stupratori di Rimini, Gasparri alla sinistra: "Con lo ius soli sarebbero italiani"

"Premesso che bisognerebbe revocare la cittadinanza italiana a tutti i nostri connazionali responsabili di stupri e violenze sessuali...". Mentre il parlamento si preparta a riaprire i battenti affrontando la spinosa questione della riforma della cittadinanza italiana, Maurizio Gasparri si rivolge direttamente alle "anime belle della sinistra". "Voglio far loro presente, sapendo di scandalizzarle, che i due marocchini minorenni arrestati per lo stupro di Rimini e nati in Italia, in base alla ipotizzata legge sullo ius soli, tanto cara al Pd, sarebbero stati cittadini italiani. Sono queste le norme che vogliono le sinistre italiane - continua l'esponente di Forza Italia - quelle che favoriscono la confusione regalando la cittadinanza a chicchessia".

I lavori in parlamento

La riforma delle norme che intervengono sulla concessione della cittadinanza a tutti coloro che nascono in Italia è pronta a tornare in parlamento. E, ovviamente, a dividere nuovamente il Paese. Prima della pausa estiva le divisioni all'interno della maggioranza e la dura opposizione del centrodestra avevano spinto il governo a un rinvio dello ius soli, con conseguente accantonamento anche dell'ipotesi di ricorrere al voto di fiducia. Si tratta ora di verificare se, nonostante le dichiarazioni al Meeting di Rimini del premier Paolo Gentiloni, il provvedimento sia finito ormai su un binario morto o se si riuscirà a riprenderne l'esame fino all'approvazione, magari anche con il sostegno di Sinistra italiana, che si è detta pronta ad un sì tecnico alla fiducia. Stando alle ultime dichiarazioni di Matteo Renzi e di alti esponenti dell'esecutivo l'idea sarebbe quella di riprovarci.

Il pressing del governo

Alla Festa dell'Unità di Pesaro è stato proprio il ministro dell'Interno Marco Minniti a ritirare fuori l'argomento. "Il problema dell'immigrazione non c'entra nulla con lo ius soli", ha detto considerando la legge un "elemento importante della politiche di integrazione" perché, a suo dire, "favorisce la creazione di un Paese più sicuro non più debole". "Quelli che hanno colpito in Europa negli ultimi attentati non venivano da fuori ma erano persone non integrate nei loro sistemi. Se vogliamo più sicurezza - ha rimarcato il numero uno dell'Interno - dobbiamo fare meglio e non far aspettare 18 anni per dare la cittadinanza a ragazzi che sono italiani". Il ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, ha fatto di più tracciando il termine ultimo entro cui approvare la legge. Ovvero entro la fine della legislatura. "È nell'interesse generale avere delle persone che hanno contemporaneamente diritti e doveri - ha commentato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando - è anche nell'interesse della sicurezza degli italiani". Nemmeno i recenti fatti di Rimini ha spino di dem a riconsiderare le proprie posizioni.

"La cittadinanza non si regala, la si conquista - commenta Gasparri - e con le norme che vuole la sinistra la si regalerebbe in maniera demagogica e irresponsabile".

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