Politica

Svolta mancata sul governo. Ora Di Maio raddoppia i veti

Dopo i segnali positivi, il capo del M5s chiude le porte al centrodestra: parlo solo con Salvini, non con Fi e Fdi

Svolta mancata sul governo. Ora Di Maio raddoppia i veti

Il centrodestra apre al M5s. Luigi Di Maio sembra fare qualche concessione, ma poi il Movimento lo costringe a chiudere e lui torna in trincea: governo solo con La Lega. Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, se vogliono, possono dare un appoggio esterno. Non è andato secondo le previsioni il secondo tempo del mandato esplorativo di Elisabetta Alberti Casellati.

La giornata è iniziata con segnali che non lasciavano presagire nessuno sbocco per i tentativi della presidente del Senato che sta cercando di comporre una maggioranza M5s-centrodestra. «Non faremo mai alleanze con Berlusconi, al Pd invece proponiamo di sederci al tavolo», spiegava ieri mattina Danilo Toninelli, parte della delegazione M5s con Giulia Grillo.

Ma già nel primo pomeriggio sembravano aprirsi spiragli. Prima sono filtrate notizie su una trattativa proseguita per vie ufficiose e l'ipotesi di un tentativo M5s per un governo con la Lega e l'appoggio esterno di Forza Italia. Ipotesi gradita a Luigi di Maio, ma smentita dal M5s per tutta la mattinata. E destinata fin dal principio a non essere accettata da Fi e Fdi. Comunque il segnale che qualcosa si stava muovendo.

Movimenti enfatizzati da Matteo Salvini, che ieri mattina si trovava ancora a Catania, ma spiegava che sarebbe andato a Roma per «tentare qualcosa».

Alle 14 e 30 i leader del centrodestra sono entrati a Palazzo Giustiniani, la sede della presidenza del Senato. Delegazione unitaria con i tre leader: Meloni, Berlusconi e lo stesso Salvini. Un modo per fare rientrare le voci di incomprensioni, ma anche per sottoporre al M5s una proposta unitaria.

Al termine dell'incontro con Casellati, la certezza che qualcosa stava cambiando. «Sono ottimista, ci sono segnali di novità». Il centrodestra ha lanciato a Di Maio un «ultimo appello alla responsabilità».

Nessun dettaglio dai leader della coalizione, solo la notizia che Salvini si è sentito con Di Maio per tutta la giornata e che il centrodestra ha dato la disponibilità ad aprire un tavolo con il M5s a partire dai programmi e, forse, la disponibilità a concedere al M5s la presidenza del Consiglio. «Siamo usciti con i sorrisi: metà dell'opera l'abbiamo fatta». Le aperture sembravano vere anche alla leader di Fratelli d'Italia Meloni: «Perso tempo? Oggi meno di altre volte».

La palla è restata a lungo nel campo del M5s e la suspense si è protratta per tutto il pomeriggio. La delegazione pentastellati è arrivata a Palazzo Grazioli dopo le 18, con quasi un'ora di ritardo. Al termine dell'incontro, la chiusura di Di Maio. «Non ci si può chiedere di ricominciare da capo con tavoli», «Non si può pensare che tre forze politiche contrattino ministri e sottosegretari, immaginate a che era politica si torna...». Quindi, accordo per un governo solo con la Lega. Nessun ministro agli altri due partiti. Ma apertura a un eventuale appoggio esterno di Fi e Fdi. «Il M5s è irresponsabile», ha tuonato la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini. «Immaturi, bloccano il Paese», per l'azzurro Giorgio Mulè. Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti ha escluso l'appoggio esterno di Fi.

A crederci sono ancora Di Maio («Nulla si chiude, nulla per me è perduto») e Salvini, che già nel primo pomeriggio aveva precisato: «L'altra metà» del lavoro «la facciamo settimana prossima».

Commenti