Cronache

"Cosi", "sette" e "cubano": così i pusher spacciavano pure davanti alle scuole

Marijuana e cocaina venduta anche davanti alle scuole: i carabinieri di Patti, in provincia di Messina, hanno smantellato una rete di pusher

"Cosi", "sette" e "cubano": così i pusher spacciavano pure davanti alle scuole

Traffico e detenzione di cocaina e marijuana e, per uno specifico episodio, anche estorsione in concorso. Vasta operazione dei carabinieri di Patti, all'alba di oggi, che ha interessato i comuni messinesi di Patti, Gioiosa Marea e Barcellona Pozzo di Gotto. Sono due le ordinanze di custodia cautelare emesse rispettivamente dal gip del tribunale di Patti Eugenio Aliquò e dal Ggip del tribunale per i minorenni di Messina Michele Saya, su richiesta delle Procure della Repubblica guidate da Angelo Cavallo e Andrea Pagano. In manette sono finiti Ignacio Francisco Gonzalez Perez 29enne cubano, residente a Patti; Marco Pietro Calabrese 26 enne barcellonese; Alessandro D’Amico di 25 anni, Michale Morciano di 20 anni, Rosario Lo Presti di 22 anni e G.M, di 18 anni, all'epoca minorenne, tutti di Patti. Tutti sono stati messi ai domiciliari, tranne il diciottenne condotto invece presso un istituto di custodia per minori.

Nell’ordinanza cautelare sono stati disposti 4 ulteriori provvedimenti cautelari emessi a carico di Mauro Corica di 37 anni barcellonese e dei ventenni, Agostino Antonio Sangiorgio pattese e Andrea Fabrizio Soloperto di Gioiosa Marea, sottoposti alla misura dell’obbligo di dimora, nonché Daniela Sorbera 36enne di Gioiosa Marea, sottoposta ad obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L'indagine è stata portata avanti dalla sezione operati dei carabinieri di Patti, coordinti dal sostituto procuratore Giorgia Orlando e hanno svelato una fitta rete di spaccio di marijuana e cocaina, costituita da ragazzi, alcuni dei quali appena maggiorenni, che cedevano la droga ad altrettanto giovanissimi acquirenti, talvolta minorenni, non solo nei luoghi della movida dei comuni di Patti e Gioiosa Marea ma anche, fatto ancora più grave ed inquietante, all’esterno di alcuni istituti scolastici pattesi.

Le indagini sono iniziate oltre un anno fa, nel novembre 2018. I carabinieri hanno concentrato le loro attenzioni su alcuni ragazzi stranieri, sospettati di spacciare sostanze stupefacenti. Gli accertamenti preliminari hanno consentito, da un lato di appurare come gli stranieri monitorati si limitassero al consumo di droga, dall’altro di giungere, attraverso un’analisi delle loro frequentazioni, alla scoperta di una fitta rete di spaccio condotta da giovanissimi e che aveva il proprio fulcro di vendite proprio nel comune di Patti. Sin dall’inizio delle investigazioni, in particolare, è risultato evidente come queste attività di cessione di droga avessero come destinatari principali soggetti minori, ai quali la droga, sia cocaina che marijuana, in più circostanze, veniva ceduta all’esterno di istituti scolastici, dove i giovanissimi consumatori potevano reperire le sostanze stupefacenti con facilità per la presenza degli spacciatori.

Le intercettazioni

Viste le premesse, i militari hanno iniziato le intercettazioni sia telefoniche che ambientali, finalizzate a stabilire l’entità del traffico e a meglio definire le responsabilità individuali dei giovani indagati. Nel corso delle indagini, sono stati documentati numerosi incontri mirati all’approvvigionamento di marijuana e cocaina da rivendere sulla piazza di Patti, attraverso un’attività di riscontro resa più che mai complessa dal fatto che gli indagati hanno sempre comunicato essenzialmente attraverso "Telegram" e "Whatsapp". A seguito dei continui controlli, delle perquisizioni e dei sequestri effettuati dai militari, i giovani indagati, preoccupati per le attività dei carabinieri, iniziarono a scambiarsi commenti ed indicazioni attraverso normali telefonate, pur mantenendo un linguaggio criptico. Nei dialoghi intercettati, quindi, i giovani facevano continui riferimenti alla qualità, al prezzo di acquisto e di rivendita della droga, nonché delle sue modalità di occultamento e preparazione, tradendo, nonostante la giovanissima età, una considerevole pericolosità sociale ed una rilevante propensione criminale.

La cocaina ingerita

Tra gli episodi più significativi, il 3 maggio del 2019, gli indagati Lo Presti, D’Amico e M. G. andavano a Messina per rifornirsi di cocaina. Dopo aver concluso l’acquisto, i tre giovani, monitorati dai carabinieri, facevano rientro a Patti, venendo fermati e sottoposti a controllo nei pressi della galleria sulla strada statale 113. Inaspettatamente i controlli dei carabinieri hanno dato esito negativo perché non è stata trovata la droga. Poi, però, se ne è compreso il motivo attraverso i dialoghi captati successivamente al controllo. Lo Presti, infatti, al fine di eludere la perquisizione, aveva ingerito "i tre cosi", ossia un certo quantitativo di cocaina, manifestando poi agli altri indagati la sua preoccupazione per le eventuali controindicazioni e la necessità di espellere quanto ingoiato. Inoltre i tre giovani hanno paventato chiaramente l’ipotesi di una perquisizione domiciliare che potesse portare alla scoperta di altra droga. E un indagato ha subito contattato la madre chiedendole di disfarsi delle "sette storie".

Una settimana dopo i carabinieri sono riusciti, mediante intercettazioni telefoniche in tempo reale, a capire l’esatto punto in cui Lo Presti e D’Amico avevano nascosto una considerevole quantità di droga destinata a futuri frazionamenti. Una pattuglia si è immediatamente diretta in via Croce Segreto di Patti. Ma qui, alla vista dei militari, due giovani si sono dileguati, consentendo tuttavia ai carabinieri di rinvenire, in un terreno, un ciclomotore nel cui sottosella erano nascosti due involucri contenenti complessivamente 545 grammi di marijuana. Analogo episodio si è poi verificato il 14 maggio, quando, guidati dalle indicazioni captate dagli indagati, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato un involucro contenente 45 grammi di marijuana nascosta tra gli arbusti in corrispondenza di un pilone dell’autostrada in località Landro di Gioiosa Marea. La sera del 30 maggio, ancora, i carabinieri hanno fermato due degli indagati, rinvenendo, nelle tasche di uno in particolare, due involucri contenenti circa 5 grammi di cocaina che era stata acquistata poco prima proprio a Messina, in zona Camaro e trasportata successivamente a Patti mediante una vera e propria "staffetta" operata da altri due giovani, con passaggio di consegne della droga presso un’area di servizio autostradale, secondo un modus operandi assolutamente studiato ed organizzato.

Il ruolo del "cubano"

Infine, di assoluto rilievo nell’ambito del traffico di droga oggetto d’investigazione, è stata la figura di Gonzalez Ignacio, più noto come "il cubano", ritenuto il principale responsabile, tra l’altro, di diverse cessioni di marijuana a una ragazza minorenne, consumatrice abituale e ad altri giovanissimi, avvenute nei pressi di un istituto scolastico nella zona di Patti Marina. Proprio per l’attività di spaccio nei pressi di questi luoghi, all’indagato è stata contestata una specifica aggravante. Inoltre, l'uomo, nel corso di una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di circa 20 grammi di marijuana. Gonzalez, insieme a Calabrese e Corica, si rendeva responsabile anche di un’estorsione nei confronti di un minorenne, colpevole di aver acquistato della sostanza stupefacente senza aver saldato il proprio debito. Gli indagati, infatti, si recavano presso l’abitazione del minore, scagliandosi con calci e pugni contro la porta della casa dove la vittima si era rifugiata e riuscivano ad ottenere la consegna di 170 euro.

Le risultanze investigative raccolte, quindi, hanno permesso di accertare le responsabilità di ciascun indagato, consentendo all’autorità giudiziaria di emettere i provvedimenti di oggi.

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