Cultura e Spettacoli

Fabrizio Corona: "Vi dico cosa mi è successo in carcere"

"Oggi credo nuovamente nella giustizia e nelle persone che ricoprono ruoli importanti nella magistratura italiana". Fabrizio Corona si confessa in un'intervista al settimanale 'Chi'

Fabrizio Corona: "Vi dico cosa mi è successo in carcere"

"Oggi credo nuovamente nella giustizia e nelle persone che ricoprono ruoli importanti nella magistratura italiana". Fabrizio Corona si confessa in un'intervista al settimanale 'Chi'. Innanzitutto Corona parla della fuga in Portogallo: "Non volevo che la mia vita finisse in galera. Ho cercato una soluzione. Volevo salvarmi", confessa a 'Chi'. "Nessuno può capire che cos’è il carcere se non lo ha vissuto pienamente e duramente. Non era una semplice custodia cautelare la mia. Era una condanna definitiva. In totale quattordici anni e due mesi", ricorda Corona.

"Da quando sono uscito dal carcere - rivela durante l'intervista - non ho mai raccontato la mia vita tra le sbarre. Provo vergogna, mi fa male, il ricordo lacera la mente e il cuore. Lo fa sanguinare. Di notte però capita spesso di svegliarmi all’improvviso e di non credere che sia finita. Posso solo dirle che in galera mi è successo di tutto. L’inimmaginabile. Non è stata una semplice detenzione". E ancora: "Non ho mai pensato di togliermi la sacra vita che in quelle condizioni diventa ancora più sacra". Corona parla poi del figlio e della Moric: "L'ho lasciato bambino, l'ho trovato un ometto. Mi ha stretto forte. E mi ha dato la forza di andare avanti. Aveva capito tutto. Per la prima volta mi sono sentito io figlio, lui padre. Per la prima volta non ero più solo al mondo". Della sua ex, Belen Rodriguez, Corona dice: "Ho visto le sue nozze a 'Verissimo' e le ho lette su 'Chi'. L'ho vista diventare moglie, mamma e ho visto l'evolversi la sua carriera. Negli alti e nei bassi. Ho seguito il tutto con molta indifferenza. Io e Belen oggi siamo due persone completamente diverse da quelle che si erano amate follemente". Infine parla del padre Vittorio: "Ho sognato mio padre Vittorio quasi tutte le notti. Era con me. Mi proteggeva. Era come se fosse lì. Mi ha salvato, sostenuto, dato una forza inspiegabile. Lui c'era. Andarlo a trovare al cimitero? No. Mai.

Per pudore, per vergogna, per averlo deluso".

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