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Ancora misteri sulla morte di Marilyn Monroe

La tragica fine di una delle attrici più amate e famose di tutti i tempi, Marilyn Monroe, è ancora avvolto da un pesante velo di mistero e oggetto di continue discussioni

Ancora misteri sulla morte di Marilyn Monroe

È la notte tra il 4 e il 5 agosto 1962 quando il corpo senza vita di Marilyn Monroe, una delle dive più amate e celebri al mondo, viene ritrovato nella sua casa di Brentwood, al 1230 della Fifth Helena Drive. Marilyn è sul letto, nuda e ha ancora in mano la cornetta del telefono. A scoprire la macabra scena sono la governante Eunice Murray e lo psichiatra che ha in cura Marilyn, Ralph Greenson. La Murray si è accorta che nella camera da letto dell’attrice la luce è ancora accesa, ma nessuno risponde ai suoi richiami. Prova a entrare, ma la porta è chiusa dall’interno. Così, alle 3.35 di notte, chiama lo psichiatra, chiedendo aiuto. Le autorità giungono alla conclusione che Marilyn Monroe si sia suicidata con una dose letale di barbiturici, ma la ricostruzione ufficiale dei fatti non convince l’opinione pubblica. L’ipotesi dell’omicidio si fa strada già dalle prime ore dopo il decesso. Da quel momento la morte di Marilyn diventa uno dei misteri più inquietanti del Novecento, mostrando il lato oscuro, “noir” di una Hollywood che nasconde troppi segreti sotto lustrini scintillanti e paillettes.

Il Corriere della Sera evidenzia una delle tesi più accreditate sul decesso dell’attrice trentaseienne: l’omicidio causato dallo scomodo legame con i Kennedy. Marilyn avrebbe minacciato di rivelare alla stampa le sue relazioni con John e Bob e questi ultimi, preoccupati per la loro immagine e la loro carriera, ne avrebbero ordinato l’assassinio. Tuttavia non vi sono prove di un coinvolgimento dei Kennedy in questa storia. Le testimonianze, poi, sono discordanti: per alcuni amici Marilyn Monroe era depressa e nervosa. Il suo medico, per calmarla, le avrebbe prescritto un flacone di Nembutal (il cui uso, però, è stato rilevato nel sangue e nel fegato, ma non nello stomaco della diva). Per altri, come la governante Eunice o la sorella di Marilyn, Berniece, negli ultimi giorni non vi erano stati cambiamenti nel solito comportamento quotidiano dell'attrice la quale appariva persino felice nonostante la tormentata vita amorosa.

Il coroner Thomas Noguchi, che esegue l’autopsia sul corpo di Marilyn, rivela nel suo libro “Coroner” (1983) che esistono delle incongruenze nel caso: la posizione dell’artista al momento del ritrovamento, delle strane ecchimosi rilevate al di sopra dell’anca sinistra e sulla schiena. Tuttavia, pur rendendosi conto degli interrogativi che circondano il caso, conclude che l’ipotesi più probabile sia quella del suicidio. Un’altra possibilità vedrebbe Marilyn Monroe vittima della mafia. Alcuni sicari, su ordine del boss di Chicago Sam Giancana, l’avrebbero assassinata con una supposta avvelenata. Motivo? Colpire Bob Kennedy, allora Ministro della Giustizia, che aveva intrapreso una “crociata” contro la malavita organizzata. La tesi, però, non sta in piedi: secondo il dottor Noguchi i criminali avrebbero dovuto usare diverse supposte per uccidere l’attrice. Inoltre la mafia avrebbe potuto vendicarsi della politica dei Kennedy in molti altri modi meno eclatanti.

Il sito Rolling Stone cita anche un’altra opzione, rivelatasi fin da subito assurda: Marilyn sarebbe stata uccisa dalla CIA per vendetta contro l’invasione della Baia dei Porci ordinata da Kennedy. C’è perfino chi sostiene che la Monroe sia ancora viva e che la sua morte sarebbe stata inscenata per nascondere un crollo nervoso. Naturalmente questa ipotesi è pura fantasia, forse dettata dalla sconfinata ammirazione per delle celebrità che si vorrebbe fossero immortali.

Un paio di anni fa l’amministrazione Trump ha pubblicato dei documenti relativi all’assassinio di John F. Kennedy in cui spunta un rapporto di 11 pagine scritto l’8 luglio 1964 dall’allora numero uno dell’FBI J. Edgar Hoover. In queste poche righe Hoover informa Bob Kennedy dell’uscita imminente di un libro, “The Strange Death of Marilyn Monroe”. Nel libro non si parla solo della relazione tra il politico e la diva, ma anche del fatto che Robert sarebbe stato nella casa di Marilyn al momento del decesso. In quelle ore, però, Kennedy si trovava a San Francisco con la moglie e provarlo, per lui, è semplicissimo.

Sono passati 57 anni dalla morte di Marilyn Monroe, ma il mistero non è stato ancora svelato.

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