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"Danilo? In carriera sempre corretto. E con la Nazionale non ha chiuso"

"Un pugno non può cancellare la sua storia. Ha solo 29 anni e vivrà altri momenti importanti, anche con la maglia azzurra"

"Danilo? In carriera sempre corretto. E con la Nazionale non ha chiuso"

Vittorio Gallinari è il padre di Danilo e ancora il suo procuratore, solo per l'Italia. Era il difensore per eccellenza della serie A, fra i giocatori preferiti da Dan Peterson, a Milano. A 29 anni lasciò l'Olimpia, incise di meno fra Pavia e la Virtus Bologna, Verona, Livorno e Casalpusterlengo.

Vittorio, dov'è adesso suo figlio?

«Qui a Milano, inizia le terapie alla mano fratturata».

Come sta?

«È ancora molto arrabbiato. Tiene tanto alla nazionale, dopo il nuovo contratto con i Clippers poteva saltarla, ma è sempre andato. L'episodio di domenica sera non gli permetterà di essere agli Europei, danneggia se stesso e i compagni».

A Los Angeles come l'hanno presa?

«Cinque minuti dopo l'episodio, sapevano già. Non si preoccupano più di tanto, vogliono solo seguire il discorso medico. Sarà controllato anche dal loro staff, l'Nba inizia il 20 settembre, dovrebbe recuperare, tantopiù che manterrà le gambe in condizione».

Lei era un'arma tattica, eppure anche molto corretto. Cosa gli ha detto?

«Che bisogna imparare a gestire le reazioni. Peraltro è stata la prima volta di un episodio del genere».

Si è scusato con l'olandese Jito Kok, tesserato in Estonia?

«Neanche ha avuto modo, domenica sera è andato subito in ospedale».

Il pugno resterà una macchia sulla carriera?

«Succedono risse, anche in Nba. Senza l'infortunio, probabilmente in 3 giorni ce ne saremmo dimenticati. La non partecipazione agli Europei è un'aggravante. A me sono arrivati messaggi di solidarietà: Conosciamo Danilo, sappiamo com'è. Questo episodio sarà confinato lì, perché in carriera è sempre stato corretto».

Il ct Ettore Messina è stato durissimo: «È un gesto che non mi spiego, inaccettabile: esempio di giustizia fai da te che mi repelle nella società, figurarsi nello sport. È difficile spiegare a un uomo di 30 anni concetti come lealtà e responsabilità».

«Se con una reazione, certamente censurabile, si vuole cancellare la storia di Danilo, siamo un piccolo mondo, che va nella direzione sbagliata».

Con la nazionale il suo rapporto è sempre stato conflittuale, per gli infortuni. Chiuderà qui?

«Non ne avrebbe motivo. Saltò due Europei giovanili e poi 3-4 manifestazioni. Ha 29 anni, vivrà altri momenti importanti. Spero che l'Italia fra Israele e Turchia ottenga ottimi risultati, per cancellare tutto».

Come si troverà con il nuovo ct Sacchetti?

«Bene, Meo giocava alla mia epoca.

Però lavoreranno insieme non prima del 2019, per i mondiali in Cina». Ma gli azzurri si qualificheranno?

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