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Insulti razzisti, il Milan lascia l'amichevole

L’amichevole Pro Patria-Milan sospesa a causa di cori razzisti. Presi di mira Boateng, Niang e Muntari

Insulti razzisti, il Milan lascia l'amichevole

Una normalissima partita amichevole tra il Milan e la Pro Patria si è trasformata in una vergognosa sceneggiata messa in atto da un gruppetto di tifosi razzisti che hanno preso di mira i rossoneri Boateng, Niang e Muntari. Al 26' della partita i rossoneri hanno lasciato il campo di gioco. I cori razzisti sono iniziati pochi minuti prima, quando una minoranza sparuta - ma ugualmente rumorosa - dei supporter casalinghi ha dato il via al triste show. Boateng, innervosito per i continui insulti, ha scagliato il pallone verso il settore dello stadio dal quale arrivavano i cori e, dopo essersi tolto la maglia, ha lasciato il campo. Il numero 27 rossonero è stato seguito a ruota da tutta la squadra e dai giocatori avversari della Pro Patria, frastornati dall’atteggiamento vergognoso dei propri tifosi.

"Non si può tollerare un situazione del genere - ha detto Massimo Ambrosini - era solo una partita amichevole. Continuare con un clima del genere era impossibile, serviva un segnale. Forse la gara andava gestita in maniera diversa". "Ritirarci era la scelta giusta di fronte ad una cosa come questa - ha detto l'allenatore Massimiliano Allegri -. Bisogna smetterla con questi gesti incivili. L’Italia, il Paese deve migliorare e diventare più educato e più intelligente".

Kevin Prince Boateng, uno dei giocatori più bersagliati dalla stupidità dei tifosi razzisti, si è sfogato così su Twitter: "Shame that these things still happen... StopRacismforever", "E' una vergogna che queste cose succedano ancora". "Sono veramente senza parole, un pomeriggio vergognoso. Mi dispiace per la gente intelligente presente a Busto, ma era giusto andarsene..." ha cinguiettato l’attaccante rossonero, Stephan El Shaarawy

"Non sono ultrà della Pro Patria - ha detto ai microfoni di Sky il presidente della Pro Patria Pietro Vavassori - non possiamo intervenire sugli spalti, questo è un compito delle forze dell’ordine. Questi signori vanno isolati ma non sono persone che vediamo allo stadio. Sono amareggiato, non ho parole. Purtroppo le società sono impotenti, non possono fare nulla".

Vavassori ha raccontato di aver "sperato fino all’ultimo che i tentativi della dirigenza del Milan andassero a buon fine, ma ha prevalso la solidarietà ai giocatori". Sullo stop deciso dai rossoneri, con l’ingresso in campo del capitano Ambrosini, senza l’intervento della terna arbitrale, il n.1 della Pro Patria ha spiegato: "Ci sono stati problemi di comunicazione, e anche di sottovalutazione. Chi doveva prendere la decisione ha pensato che il buonsenso avrebbe prevalso. Essendo un’amichevole era giusto rispettare la sensibilità dei giocatori colpiti da cori intollerabili. Hanno detto che ce l’avevano con El Sharaawy per le dichiarazioni fatte, ma poi i cori sono stati indirizzati ad altri".

Durissimo il commento di Barbara Berlusconi: "Serve tolleranza zero per episodi come questo, le partite vanno sospese subito, anche in campionato. È un episodio inqualificabile. È stato giusto aver lasciato il campo. Non si può far sempre finta di non vedere e non sentire".

"Una reazione impropria quella di Boateng, da non professionista". Il sindaco di Busto Arsizio (Varese) Gigi Farioli, sebbene abbia espresso subito la propria solidarietà ai giocatori del Milan, Boateng, Niang e Muntari, insultati da cori razzisti durante l’amichevole di oggi con la Pro Patria, a Busto, ha però precisato che Boateng "ha avuto una reazione plateale e avrebbe potuto colpire e uccidere un bambino" con quel pallone, calciato «a 200 km orari contro un tifoso".

Le reazioni

Una giornata "rovinata da quelli che giustamente il patron bustocco definisce quattro fessi": il sito del Milan dedica una specie di "editoriale" a quanto accaduto oggi sul campo della Pro Patria. E dal sito parte la richiesta di isolare le "presenze piccole piccole che infestano" gli stadi italiani.

"Cari Ambrosini e Allegri - scrive al Milan Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro - sono terribilmente colpito da ciò che vi è capitato, poco fa, nella partita con la Pro Patria. Ho apprezzato le parole che avete rivolto al club, composto da persone perbene. Noi della Lega Pro condividiamo la scelta operata di sospendere l'amichevole. Non si può e non si deve tollerare nessun insulto razzista, segno di una subcultura di gente senza intelligenza e senza carattere". Poi il dirigente va giù ancor più pesante: "Sono dei vigliacchi repressi e non meritano alcun rispetto, vanno isolati, condannati. Mi auguro che chi ha visto trovi l'orgoglio per denunciare con nomi e cognomi. Quando tornerete a giocare in amichevole con la Pro Patria, noi dirigenti della Lega Pro ci saremo per rimarcare dalla parte di chi stiamo, con il calcio, con i calciatori di qualunque razza, credo religioso, con le famiglie e i tifosi veri".

"Cori razzisti contro i giocatori di colore del Milan: una vergogna. Bravo Allegri, giusto ritirare la squadra", ha commentato l'ex ministrod ell'Interno Roberto Maroni.

Il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, dal canto suo ha scaricato la colpa su "quattro deficienti", insinuando però che anche "quattro professionisti", l'arbitro e alcuni giocatori, ce l'hanno messa tutta per far degenerare la situazione.

Ha definito "impropria" la reazione di Boateng, che "tira un pallone a 200 km/h contro un tifoso".

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