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Milan deferito, rischia ancora l'Europa

Rossoneri considerati recidivi. E Uefa pressata dalle proteste di Pallotta

Milan deferito, rischia ancora l'Europa

Milano L'Uefa non ha mollato la presa. E ieri ha notificato al Milan il secondo deferimento alla camera arbitrale poiché nel bilancio che va dall'1 luglio 2017 al 30 giugno 2018 non ha rispettato l'obbligo del pareggio di bilancio previsto dalle norme del financial fair play. «Atto dovuto», hanno fatto sapere da casa Milan dopo aver girato tutto il voluminoso dossier alla squadra dei legali che sono già al lavoro da molti mesi e che nelle precedenti settimane si sono rivolti nuovamente al Tas per rendere inefficace la sentenza del dicembre 2018 con la quale l'Uefa- costretta dal tribunale svizzero a cancellare la squalifica dalle coppe per i rossoneri - ha imposto una multa da 12 milioni più una rosa ridotta a 21 unità e il pareggio di bilancio spostato nel 2021. Questo secondo deferimento è dovuto al periodo dei cinesi, presidenza Yonghong Li, alla gestione di Fassone e Mirabelli per intendersi, chiusa, come si ricorderà, con un passivo di 126 milioni a causa del famoso mercato con 11 acquisti che avrebbe dovuto portare la qualificazione in Champions e l'aumento vertiginoso dei ricavi in Cina, calcolo quest'ultimo mostratosi completamente fasullo. Il grande rilancio si concluse con l'esonero di Montella, l'arrivo di Gattuso e l'approdo in Europa league, prima cancellato e poi restituito per effetto del pronunciamento del Tas.

La strategia del Milan di Elliott, subentrato nel luglio del 2018 con una proprietà solidissima e un piano industriale completamente diverso dal precedente, oltre che con «una gestione virtuosa», l'altra segnalazione del club, è quella di giungere a una trattativa con l'Uefa puntando sul cambio di assetto azionario intervenuto nel frattempo. La difficoltà di raggiungere questo risultato è costituita da due fattori: il primo di natura procedurale, il secondo di natura politico-concorrenziale. Al momento del secondo giudizio il Milan si ritroverà a essere considerato dall'Uefa recidivo, essendo già stato sanzionato per lo stesso motivo anche se riferito a un periodo diverso e ancora una volta a una proprietà diversa. Poi c'è da fare i conti con il fastidioso fuoco amico ricevuto in questi primi mesi del 2019: per due volte il presidente della Roma Pallotta ha scritto altrettante lettere di protesta a Nyon denunciando il diverso trattamento ricevuto dai rossoneri che durante la finestra di mercato di gennaio hanno acquisito Piatek e Paquetà, due acquisti del valore di oltre 60 milioni di euro. I tempi tecnici della decisione della camera arbitrale dell'Uefa sono quelli tradizionali: nel giro di un mese convocherà la parte, il Milan, e nel giro di due mesi dovrà emettere il provvedimento. I legali rossoneri puntano a un patteggiamento.

Nel caso la sentenza fosse invece particolarmente dura (tipo esclusione dalle coppe), sarebbe sempre appellabile al Tas.

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