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Lutto nel calcio, è morto Emiliano Mondonico

Si è spento all'età di 71 anni. Dopo una carriera da calciatore allenò, tra le altre squadre, Cremonese, Atalanta, Torino e Napoli. Negli ultimi anni fece l'opinionista in tv

Lutto nel calcio, è morto Emiliano Mondonico

Ha lottato fino alla fine contro la malattia, senza mai perdere il sorriso e la sua incredibile umanità. Emiliano Mondonico (il Mondo) si è spento a 71 anni, lasciando una profonda tristezza nel mondo del calcio. Cresciuto nelle giovanili Rivoltana, la squadra del suo paese, Rivolta d'Adda (Cremona), aveva iniziato a fare sul serio con la Cremonese, per poi spiccare il volo in serie A con la maglia del Torino. Dopo le casacche del Monza e dell'Atalanta, chiuse la carriera da calciatore vestendo per sette anni quella della Cremonese. Ed è proprio a Cremona che iniziò la sua seconda vita, quella di allenatore, partendo dalle giovanili. Passò poi alla prima squadra, centrando la sua grande impresa nella stagione 1983-84: riportò i grigiorossi in Serie A dopo più di 50 anni. In seguitò allenò, tra le altre, Como, Atalanta, Torino, Napoli, Fiorentina. Nel 2011 lasciò la panchina dell'Albinoleffe, rendendo nota la sua malattia.

Vinse diverse battaglie contro il male, tornando a fare il mestiere che amava, quello dell'allenatore. "Il calcio mi dà la forza di per continuare la sfida", raccontò una volta. Un'altra attività che iniziò a praticare, con buoni risultati una volta rimessosi dalle prime battaglie contro il male, fu quella di opinionista tv, a "La Domenica Sportiva" e in altre trasmissioni Rai e anche su tv locali.

Fu sulla panchina dell'Atalanta che centrò una mezza impresa: entrò in semifinale in Coppa delle Coppe (1987-88) affrontando la squadra belga del Malines (che poi vinse il torneo sconfiggendo l'Ajax in finale). Visse stagioni altrettanto belle alla guida del Torino (Torino (che condusse in finale di Coppa Uefa nel 1991/92). Tornò a Bergamo, coi nerazzurri, e poi iniziò a girare: Napoli, Cosenza, Fiorentina, AlbinoLeffe, Cremonese e, infine, il Novara, l'ultima squadra che guidò nella massima serie.

Il calcio era la sua vera grande passione. Gli piaceva insegnarlo, non solo ai professionisti: amava spiegare tutti i trucchi del pallone, con altrettanta passone, coi ragazzini delle scuole, nella sua Rivolta, e con un gruppo di ex tossicodipendenti.

Commovente il saluto che la figlia Clara ha rivolto a suo padre, con un post su Facebook: "Ciao Papo.... sei stato il nostro esempio e la nostra forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu...

eternamente tua".

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