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Napoli, protesta senza quartiere Ancelotti e i giocatori al bivio

Striscioni di contestazione in varie zone della città Ora un passo indietro del gruppo per salvare la stagione

Napoli, protesta senza quartiere Ancelotti e i giocatori al bivio

Angelo Rossi

Napoli Il caso Napoli è arrivato anche in Federazione. «Ho parlato al telefono con De Laurentiis dopo la partita con il Salisburgo, se si arriva all'ammutinamento vuol dire che esistono forti spaccature e tensioni e queste cose non fanno bene al calcio. Ma l'atteggiamento di alcuni giocatori non ha influito sulle convocazioni perché questa è una questione interna al Napoli» ha spiegato Gravina, il numero uno del nostro football intervenendo a una convention a Benevento. Così Insigne, uno dei capi della rivolta post Champions, ha salvato la Nazionale (come Meret e Di Lorenzo) ma difficilmente si salverà dalla contestazione-bis in programma stasera al San Paolo.

Partita per gente forte, che in altri tempi e in altre circostanze Napoli avrebbe catalogato come ordinaria amministrazione. Ora è diverso perché prima di fare i conti con la disperazione degli avversari, bisogna fronteggiare la delusione e la rabbia della città, tradita dai rivoltosi in calzoncini e maglietta. Tre giorni non sono bastati per smaltire l'affronto: ieri all'alba in vari punti strategici della città hanno fatto capolino striscioni di protesta che avevano come chiari ed evidenti destinatari Insigne e soci. Il capitano è rimasto con il cerino acceso in mano, qualcuno ha chiesto scusa a gesti (Mertens), altri con sms (Allan, ai box e non convocato per la gara di oggi), da parte di Lorenzo e dal resto del gruppo nessun gesto di umiltà laddove invece urge che la squadra faccia un passo indietro per iniziare a ricomporre la questione. Ci sono ancora sette mesi davanti, un campionato da salvare e una Champions da onorare: non è possibile immaginare il muro contro muro all'infinito. Al netto di quelle che saranno poi le decisioni del club: al momento multe in arrivo e drastiche scelte nelle prossime sessioni di mercato con i capi della rivolta (Allan, Callejon, Insigne, Mertens e Koulibaly) in testa alla lista dei probabili partenti. Ma lo stesso Ancelotti esce indebolito da questa rivolta.

A livello di malcontento tecnico e popolare, una buona dose di indizi arriverà stasera. Out Manolas e Allan per ragioni fisiche, quale squadra manderà in campo Ancelotti? Si affiderà ai senatori che hanno squarciato la notte di martedì? Oppure meglio essere prudenti e lasciarne alcuni in panca? Ieri sera c'è stato un lungo chiarimento tra il tecnico e i giocatori che si sono presentati in ritiro: presa in considerazione l'ipotesi di fare un passo indietro.

A parole la squadra è tutta con l'allenatore, il campo ci dirà molto di più.

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