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La paura del Monaco dura soltanto mezz'ora, la Juve suona la nona

Buffon rischia all'inizio, poi Mandzukic e Alves dettano legge. E centrano la 9ª finale

La paura del Monaco dura soltanto mezz'ora, la Juve suona la nona

Una Signora da urlo vola a Cardiff. Il biglietto per la nona finale di Champions League della storia la Juventus lo stacca con una semifinale capolavoro. Perché dopo l'andata la squadra di Allegri si ripete anche al ritorno maltrattando il Monaco di Jardim che aveva i geni del trappolone, attacco e spensieratezza da gioventù, ma i bianconeri li hanno debellati con due prove impeccabili. E così Buffon e compagni stasera si metteranno davanti alla tv per conoscere l'avversario che li aspetterà tra meno di un mese in Galles al Millennium Stadium: tutto dice Real Madrid di Cristiano Ronaldo che ha già il posto ipotecato con il 3-0 dell'andata.

E qualche pensiero lo farà venire anche all'ex Zidane questa Juventus che fa un percorso netto dopo il girone eliminatorio. Lo scalpo del Barcellona ha dato una consapevolezza granitica a questa squadra. La doppia sfida con i francesi di Jardim ne è la dimostrazione. Anche il ritorno la Juve l'ha giocato da padrona di ogni situazione rischiando solo in avvio quando Mbappé ha colpito il palo in fuorigioco, ma era solo per provare l'effetto che fa. Poi Buffon e compagni hanno preso il comando delle operazioni, affondato il colpo a più riprese e trovato dopo ripetuti tentativi, falliti anche per la bravura del portiere Subasic, il gol della tranquillità con Mandzukic. Ma l'uomo del momento si conferma Dani Alves che prima ha dato l'assist del vantaggio e poi si è inventato un destro al volo per il raddoppio che di fatto ha chiuso all'intervallo ogni discorso. Perché Jardim aveva provato a rimescolare le carte per sorprendere Allegri che invece aveva confermato le scelte di Monte Carlo, Fabinho fuori e con una mossa che sapeva di disperazione: Mendy escluso dalle formazioni ufficiali, ha accelerato il riscaldamento e si è presentato in campo. L'esterno si è confermato giocatore interessante più di Mbappé rimandato a prossime esibizioni dalla cura di Barzagli, a parte il gol della bandiera a qualificazione ormai compromessa. Poco hanno potuto i ragazzi del Principato perché la Juve ha giocato una partita in un crescendo travolgente dal punto di vista tecnico dopo aver lasciato sfogare per venti minuti i probabili futuri campioni di Francia, dodicesimo club transalpino eliminato dai bianconeri in 12 sfide. A quel punto Khedira aveva già lasciato il campo per un problema muscolare, unica nota stonata della serata insieme allo "zingaro" per Mihajlovic fresco di derby e spettatore in tribuna. A proposito di granata da censura, l'ex Glik che cammina su Higuain che l'aveva sbertucciato con una doppietta all'andata. Il difensore poi provoca anche Mandzukic, impresentabile atteggiamento a questi livelli. Fastidioso quanto il record di imbattibilità che si ferma a 690' per una distrazione collettiva della difesa.

Effetti collaterali di una notte magica che regala l'ultimo atto della Champions: è la seconda volta in tre anni. Anche nel 2015 il Monaco fu il trampolino di lancio. Questo bis che di fatto catapulta tra le prime 5 squadre europee la Juventus. Adesso il problema più grande sarà tenere questo stato di forma perché la squadra ha confermato le parole di Allegri della vigilia: «Siamo al top». E l'operazione Cardiff è iniziata con Dybala reduce dai crampi con il Torino fuori dopo un'ora. Per tenersi in forma domenica c'è la Roma che può valere lo scudetto con un pareggio e mercoledì la Coppa Italia con la Lazio. Primi due passi per il sogno triplete. Anche se niente vale come la finale di Cardiff. Il vero sogno da realizzare è la Champions. Sotto a chi tocca perché questa Signora, se tiene, non ha paura di guardare in faccia nessuno.

E ci crede davvero.

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