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Sul colpo Kondogbia l'Inter rischia tutto

Già nel mirino del fairplay Uefa adesso Thohir deve ricapitalizzare

Sul colpo Kondogbia l'Inter rischia tutto

Milano - L'Inter continua a spendere pur di fare mercato, accontentare Mancini e ritornare ai vertici. Ma ne ha i mezzi? Questa é la domanda che si pongono addetti ai lavori e tifosi nerazzurri. Al momento la società di Thohir, nonostante sia finita nel mirino dell'Uefa per il deficit accumulato nell'ultimo triennio, all'incirca 200 milioni, ne ha investiti 80 per l'acquisto dei cartellini di Murillo (8 milioni), Miranda (14), Kondogbia (40) e quello ormai probabile di Giannelli Imbula (18). Bonus compresi. La mancata qualificazione in Europa League ha comportato ulteriori esborsi. Che poi i costi siano ripartiti in più anni cambia di poco la domanda di partenza. Inevitabili le cessioni di Kovacic, Juan Jesus, Guarin, magari Handanovic e Ranocchia, per fare cassa. In ovvia crescita il costo del personale che si attesterà a circa 120 milioni con aumento consequenziale degli ammortamenti a 70 milioni. Se fra un anno il fatturato non salisse improvvisamente da 164 a 200 milioni, il rosso si rivelerebbe estremamente pesante.

E il piano di rientro previsto con l'Uefa che, per il mancato rispetto del fair-play finanziario, ha inflitto all'Inter una multa di 6 milioni più 14 di condizionale? O gli uomini di Thohir implementano, e di tanto, le entrate, oppure rischiano di essere messi all'angolo dai funzionari di Platini. In ogni caso l'indonesiano é tenuto a ricapitalizzare in misura importante il club per tenere a galla i conti e acquisire un po' della credibilità perduta. Thohir non é Moratti che nell'Inter ci ha messo un miliardo e 300 milioni e ha sempre garantito in proprio il rosso con le banche. Vista da lontano l'Inter sta giocando d'azzardo. Al nuovo patron il compito di smentirci.

L'ultimo acquisto porta il nome del francese Kondogbia. Un acquisto in volata. Per il Milan un'altra delusione dopo i mancati agganci ad Ancelotti, Martinez e Ibrahimovic. Eppure per qualche ora s'era avuta l'impressione che Galliani avesse raggiunto l'obiettivo del 22enne centrocampista francese. Poi Mancini ha parlato con il calciatore. E la trattativa s'é chiusa in una cena fra il dg del club transalpino Harold, il dg e il ds dell'Inter, rispettivamente Fassone e Ausilio. Decisivi i quattrini messi sul piatto: 35 milioni più 5 di bonus al Monaco, 9 lordi a Kondogbia per 5 anni. Un investimento mostruoso di 85 milioni suddivisi quasi equamente fra valore del cartellino e dello stipendio. Solo Vieri e Crespo erano costati di più nella storia ultracentenaria dell'Inter: 45 milioni il primo, 36 il secondo. Di minore entità perfino gli investimenti di Ronaldo (28 milioni), Toldo (26), Milito e Ibrahimovic (25). Pazzesco.

Ma vale così tanto Kondogbia? Tardelli ha risposto di no, che il valore del giocatore è sopravvalutato, anche per il fatto di segnare con il lanternino, 5 gol in altrettante stagioni: improponibile, a suo dire, un paragone con il connazionale Pogba che non a caso ha una valutazione a tre cifre. Ma il giovanotto, 22 anni compiuti a gennaio, può solo migliorare il suo già importante rendimento con caratteristiche che lo avvicinano a Marchisio più che a Pirlo, tanto per capirci. Del centrocampo nerazzurro sarà il pezzo forte per potenza, tecnica, carattere. Magari a fianco del coetaneo Giannelli Imbula Wanga, mediano del Marsiglia, nato nella Repubblica Democratica del Congo e naturalizzato francese. Per lui la dead-line é sui 18 milioni.

Nel frattempo l'Inter ha rinforzato la retroguardia con i centrali Murillo, 23enne colombiano dal Granada, e Miranda, 30enne brasiliano dall'Atletico Madrid.

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