La morte di Vincent Lambert scuote le coscienze dei pro life

Anche questa volta la reazione non può che essere accompagnata da dolore e sgomento. Come sempre, quando si tratta del fine vita, i pro life italiani commentano la morte di Vincent Lambert, condannando la prassi ideologica di un'Europa che sembra aver dimenticato le sue radici.

Questo, almeno, è il filo conduttore che lega alcune delle dichiarazioni relative alla notizia di poche ore fa. Proprio ieri, dinanzi a Montecitorio, gli attivisti per la vita del Belpaese si erano dati appuntamento per un rosario. Il fine era quello di "accompagnare Vincent Lambert nella sua agonia". Del resto la "buona battaglia" - così come viene chiamata - era di fatto terminata il due di luglio, cioè il giorno in cui il paziente tetraplegico aveva smesso di ricevere i trattamenti. A parlare di "morte ineluttabile" erano stati anche i genitori del quarantatrenne transalpino. Oggi, per i pro life, si tratta anche di ribadire una visione oltranzista sui valori non negoziabili, considerando pure come la questione sia destinata in breve tempo a divenire centrale nel dibattito parlamentare. Maria Rachele Ruiu, una delle esponenti più in vista del fronte pro family, ha postato su Facebook uno stato in cui, oltre a pregare, invita a far sì che nessuno si abitui mai a "questa violenza disumana". Filippo Savarese di CitizenGo, dal canto suo, ha citato un passo del Vangelo: Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la Vita Eterna."Poi c'è la politica.

Il senatore Gaetano Quagliariello, iscritto al gruppo parlamentare di Forza Italia e da sempre impegnato in difesa della vita e della famiglia, ha dichiarato quanto segue, così come si legge su Lapresse: "E anche questa volta qualcuno oserà dire che è stata morte naturale. Vincent Lambert non è morto, Vincent Lambert è stato ucciso". Non la pensa così, invece, Luca Coscioni e Mina Welby.