Assalto al traghetto Gli operai Alcoa si tuffano in mare

Dalla protesta all'aeroporto di due giorni fa a quella del porto di ieri mattina: gli operai dell'Alcoa le stanno provando tutte per difendere il loro posto di lavoro e scongiurare la chiusura dello stabilimento di Portovesme fissata a partire dal 3 settembre. Ieri, nella manifestazione allo scalo marittimo di Cagliari, c'è scappato anche un tuffo nelle non proprio limpide acque del porto. Cinque lavoratori, per aggirare la recinzione presidiata dalle forze dell'ordine, non hanno esitato a fare una nuotata verso la banchina al di là del cordone degli agenti in tenuta antisommossa. Obiettivo: avvicinarsi il più possibile al traghetto Tirrenia in arrivo da Napoli. Il blitz era cominciato intorno alle 9.30: oltre duecento dipendenti dello stabilimento di Portovesme avevano occupato gli ingressi dei moli Sant'Agostino e Dogana. Al loro arrivo, però, avevano trovato gli accessi ai traghetti sbarrati e presidiati dalle forze dell'ordine. La situazione di stallo non è durata molto. Intorno alle 11 i primi momenti di tensione, quando il grosso del presidio ha tentato di aprirsi un varco nel cancello di accesso al porto.

Quasi una mischia rugbystica con forze dell'ordine e manifestanti che provavano a mantenere le loro posizioni. Sono volate alcune manganellate, secondo quanto denunciano gli operai. E nei tafferugli, sostengono i sindacati, sarebbe stato colpito anche il segretario della Fim Cisl del Sulcis.

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