I lavoratori dipendenti calabresi detengono il record nazionale di assenteismo per malattia. È quanto emerge da una ricerca effettuata dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre sulla base dei dati Inps. In particolare, nel 2012 sono stati registrati mediamente 41,8 giorni di assenza per precarie condizioni di salute nel settore privato e 20,9 in quello pubblico per una media di 34,6 giorni. In pratica, gli statali calabri non hanno lavorato per quattro settimane, cioè un mese. Ai non statali è stato concesso giocoforza un mese e mezzo di astensione retribuita.
Dubitare della veridicità dei certificati medici è legittimo. La stessa Cgia, che ha analizzato i dati su scala nazionale, ha messo in rilievo come su 13,3 milioni di eventi di malattia verificatisi nel 2012 circa 4,1 milioni, cioè il 30,7%, sia avvenuto di lunedì. Un altro indizio è rappresentato dal fatto che il 71,7% dei certificati abbia coperto assenze fino a 5 giorni e, di questi, il 16,8% giustifica astensioni di un giorno e il 33% di due-tre giorni. Al netto del weekend non operativo per i medici di base, sospettare che, in qualche occasione, si approfitti per «allungare» il fine settimana non è un'idea peregrina.
Se il tempo è bello, il clima è favorevole e il mare è a portata di mano, concedersi un po' di «riposo» in più per il meridionale medio non è un peccato grave. Tanto più se, dandosi malati, ci si può dedicare alla famiglia o ai lavoretti domestici. Non a caso, la Calabria in questa poco commendevole classifica è seguita dal resto delle Regioni meridionali. Sicilia (19,9 giorni medi di assenza), Campania (19,4), Puglia (18,8) e Basilicata (18,7) completano la top five dell'assenteismo per malattia. Queste ultime, però, non si discostano eccessivamente dalla media nazionale che si è attestata a 17,7 giorni (18,1 per il privato e 16,7 per il pubblico, dato che sfata il mito degli statali «fannulloni») con 2,23 eventi di malattia pro capite.
La ripartizione territoriale delle assenze sembra riproporre gli stereotipi più vetusti. Ma i numeri non mentono: al Nord c'è sicuramente più attaccamento al lavoro che al Sud. La media delle assenze per malattia nel 2012 è stata di 16,5 giorni. I più produttivi sono trentini e altoatesini (15,3 giorni) e veneti (15,5 giorni), seguiti dagli emiliano-romagnoli (16,3 giorni), mentre i lombardi si situano al di sopra della media padana (16,9 giorni, 0,1 in più del Lazio).
Messo da parte il discorso campanilistico, restano gli effetti dell'assenteismo: 106 milioni i giorni di malattia persi durante tutto il 2012, con drammatici effetti anche sulla produttività. A questo proposito occorre rilevare come, ovviamente, siano più vulnerabili i lavoratori anziani: quelli tra 50 e 59 anni sono stati malati per 22 giorni in media (24,7 nel privato) e quelli oltre i 60 anni per 27,4 giorni (32,7).
«Le nostre imprese possono contare sull'affidabilità di impiegati e operai che sono considerati tra i migliori lavoratori al mondo», ha commentato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, invitando a evitare «strumentalizzazioni sbagliate e ingiuste». Secondo il leader degli artigiani mestrini la colpa sarebbe anche della crisi che ha fatto aumentare il numero di coloro che «per risparmiare eseguono piccoli lavori di manutenzione nel proprio giardino o nell'abitazione in cui vivono» rimanendo infortunati.
Eppure lo stesso Bortolussi non ha potuto fare a meno di ricordare che «nel fine settimana si concentrano le attività conviviali e quelle legate al tempo libero». E per coloro che, come i calabresi, possono godere di piccole perle come Tropea tornare al lavoro il lunedì dopo un weekend al mare non dev'essere affatto facile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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