Italicum, Renzi al Pd: "Domani l'accordo, ma non voglio ricatti"

"Vi do disponibilità a discutere fino all’ultimo, rimandiamo l’inizio del voto a domani pomeriggio. Ma domani alle 12 si chiude". Con queste parole Matteo Renzi mette fine - o almeno ci prova - alle polemiche sull'Italicum sollevate dalla minoranza Pd.

"Sia chiaro", ha ribadito il premier all'assemblea dei senatori Pd, "Io cerco accordi con tutti fino all'ultimo, ma non sono sotto ricatto di nessuno. Hic Rodus hic salta. Adesso dobbiamo decidere e chiudere la legge elettorale sennò c'è il Consultellum. Non ci sono spazi per soluzioni alternative rispetto alla legge che vi ho proposto, ma possiamo prenderci ancora qualche ora alla ricerca di soluzioni tecniche".

Ma la minoranza demnon ci sta e ribadisce il suo no a un Italicum frutto del Patto del Nazareno. I circa 30 senatori della minoranza del Pd che hanno presentato un emendamento contro i capilista bloccati. "Renzi oggi ha detto che tanto ci sono strumenti parlamentari che gli consentono di far votare la legge in 48 ore. Al netto di trucchi e trucchetti che offendono il Pd e la Costituzione noi ci aspettiamo un confronto", ha detto il senatore Pd Miguel Gotor sottolineando come altrimenti "si aprirebbe un’altra partita"

Seppur non in agenda, il premier ha parlato anche del Quirinale: "In questa settimana e nella prossima si incontreranno tutti gli altri partiti. Farò una proposta di candidatura all'assemblea dei grandi elettori, mercoledì o giovedì, prima dell'inizio delle votazioni".

Renzi ha poi annunciato che domani in Consiglio dei ministri arriveranno "i provvedimenti" sulle banche.

La novità ha provocato una raffica di sospensioni al rialzo in Borsa tra le popolari per le attese legate all’eliminazione del voto capitario, che favorirebbe nuove aggregazioni tra banche. Dopo gli stop in mattinata sono finite in asta di volatilità Ubi, Bper e Bpm.