Salvini vuole ballare da solo e spinge la Lega in un angolo

Il segretario del Carroccio è convinto che non serva una coalizione di centrodestra e che lui possa bastare a se stesso. Ma i suoi lo criticano: «Si sgonfierà come Grillo»

L'ufficio diplomatico è guidato da Giancarlo Giorgetti, ex segretario della Lega lombarda, abile mediatore, pontiere con Forza Italia (è stato lui a portare ad Arcore Alan Fabbri, il candidato che ha preso il 30% nel fortino rosso Emilia Romagna), un nome rispettato nel Carroccio e anche fuori.

Ma la diplomazia, in questo caso, è tutta interna alla Lega. Il compito non è semplice, si tratta di convincere il segretario Matteo Salvini a tornare allo schema iniziale, quello pattuito al congresso federale, che prevedeva un attacco a due punte: Salvini capo della Lega, Tosi candidato premier leghista in una coalizione di centrodestra.

Per Matteo il «bomber» ( copyright Berlusconi), però, quell'accordo è roba vecchia. Prima si è lasciato sedurre dall'idea di essere lui il candidato premier giusto per il centrodestra, poi, col boom della sua Lega e lo sbarco anche a centro-sud con un movimento a sua immagine e somiglianza («Noi con Salvini»), il segretario della Lega nord si è convinto che non serva proprio una coalizione di centrodestra, la sua Lega può bastare a se stessa.

Ma alle porte ci sono elezioni (Regionali, tra le altre Veneto e Liguria, più in là le comunali a Milano, chissà se prima o dopo le Politiche), e una coalizione, per vincere, serve. È la direzione in cui spinge, soprattutto in chiave nazionale, un pezzo di Lega nord, che conta esponenti del calibro di Roberto Maroni e Flavio Tosi. Il governatore lombardo lo ha detto in maniera esplicita: «L'operazione è di rimettere insieme il centrodestra, e la Lombardia (dove Maroni governa con Fi e Ncd, ndr ) vuole essere un punto di riferimento importante. Si lavora per tenere insieme il centrodestra e rimettere in piedi una coalizione competitiva che possa vincere le elezioni».

Una linea portata avanti da Flavio Tosi («Se vuol provare davvero a battere la sinistra il centrodestra deve mettere insieme le sue forze»), che ha lanciato anche una fondazione «Ricostruiamo il Paese» con sedi da Belluno a Lecce, con l'obiettivo delle primarie di centrodestra e coalizione anti-sinistra, e in ottimi rapporti con Fratelli d'Italia e parte di Forza Italia.

Peccato che Salvini non voglia sentire parlare di coalizioni e alleanze, specie con il Ncd di Alfano (nel mirino leghista per «Mare nostrum»). «Finisce come Grillo: prende voti, ma non conta niente, e poi la gente si stufa e il fenomeno si sgonfia» è il commento di un leghista di primo piano di quelli critici verso l'isolazionismo di Salvini.

Il lavoro dei diplomatici col fazzoletto verde, favorevoli ad una riunificazione del centrodestra (anche il

vecchio Bossi è convinto: «Contro Renzi ne serve uno ancora più forte e unito»), procede ai fianchi di Salvini. Ma la missione è difficile: convincere uno che ha portato la Lega dal 4% al 13%, che sta sbagliando strada...

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