Cronache

Gita a Pasquetta idea maledetta

Gita a Pasquetta idea maledetta

«Dove vai a Pasquetta?». Io non so mai cosa rispondere perché già faccio fatica ad andare in giro negli altri giorni: sono diventato come Chuck, il fratello di Saul della serie Better Call Saul, o come Howard Hughes ma senza i suoi soldi, o come un personaggio di Samuel Beckett. Figuriamoci a Pasquetta. Perfino le sigarette me le faccio portare a casa con Glovo.

A me Pasquetta ricorda molto le gite scolastiche, dalle quali già da bambino mi facevo esonerare. Ma a Pasquetta non si può stare fermi, ci si deve spostare, preparare pranzi al sacco e partire all'avventura, e andare a vedere ruderi sperduti che mai ci si sognerebbe di vedere prima. Siccome siamo ad aprile poi, il tormentone comincia una settimana prima, con la consultazione spasmodica del meteo, che regolarmente dà pioggia. Se non dà pioggia, dà mezzo e mezzo, e tutti hanno paura di ritrovarsi la nuvola di Fantozzi sulla testa.

Se ne lamenta anche mia mamma, a 74 anni: «Possibile che ogni lunedì di Pasqua debba piovere?». Sento la stessa frase ogni anno, da quarant'anni. «Ma dove volevi andare?». «Da nessuna parte, sto a casa, ormai sono vecchia». «E allora, cosa ti frega se piove?». «Niente, era per dire».

Gli amici mi chiamano, alcuni per propormi di andare a fare una scampagnata, e già il termine scampagnata mi fa pensare solo a dove ho messo lo Xanax. Tra l'altro per proporre una scampagnata a me bisogna essere proprio culturalmente ignoranti, oltre a essermi davvero poco amici: l'ho scritto in tutti i miei libri quanto odio la natura. Comunque, fingo interesse: «Una scampagnata dove?». «Sull'Appia Antica, poi ci facciamo i castelli romani». «In che senso ce li facciamo?». «Andiamo in giro». «Ho capito», chissà che credevo.

Altri amici mi incalzano al telefono: «Dai, vieni con noi». «Dove andate?». «A Ostia». «A Ostia? A fare che?». «Così, per Pasquetta, mica vorrai startene a casa». Già, mica vorrò starmene a casa? Però perché no, visto che sono tutti fuori? Tuttavia cerco di pensare a cosa potrei andare a fare a Ostia, non posso essere così misantropo. Allora mi viene in mente che già che ci sono potrei andare a vedere il monumento dedicato a Pasolini dove hanno ucciso Pasolini. Ma a me è sempre stato sul cavolo Pasolini, e altri motivi per andare a Ostia non ne ho. «Ma giocare a Risiko?». «Sei pazzo, a Pasquetta?». «Non mi pare che nelle regole di Risiko ci sia scritto che non si possa giocare a Pasquetta. E neppure nella Bibbia».

Intanto però cincischio con l'iPhone e vedo su Instagram che il mio mito erotico Selvaggia Lucarelli è a Cerveteri, a visitare non so cosa, e butto lì una controproposta: «E se andassimo a Cerveteri?». «A fare cosa?». «Beh...», leggo meglio le didascalie della Lucarelli, «...c'è una meravigliosa necropoli etrusca» dico. «Da quando ti interessano gli etruschi?». Leggo meglio sotto un'altra foto: «C'è pure la voce di Piero Angela che si sente in alcune tombe». «La voce di Piero Angela? Ma cosa dici?». In effetti non lo so cosa dico, lo ha scritto la Lucarelli, forse aveva bevuto. In ogni caso se Selvaggia è lì a Pasqua, dubito ci sia anche a Pasquetta, mica l'avranno tumulata viva in una tomba. Morale della favola, credo che me ne starò a casa a giocare alla Playstation, ma almeno questa Pasquetta ho capito una cosa: per me è più importante la Lucarelli di Pier Paolo Pasolini. Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità.

Massimiliano Parente

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