Cronache

"Mi drogava e poi mi stuprava". L'inferno in balìa del nigeriano

Parla la 22 vittima dell'orco nigeriano ad Ancona: "Mi ha violentata una quindicina di volte". Il giudice lo aveva liberato dopo l'arresto per spaccio

"Mi drogava e poi mi stuprava". L'inferno in balìa del nigeriano

Molti sapevano che quello stabile occupato dai nigeriani era un buco nero. Un luogo pericoloso che aveva tutte le carte in regola per diventare una nuova San Lorenzo. Ad Ancona solo il blitz della Mobile, attirati sul posto dallo spaccio di droga, ha permesso di salvare una 22enne.

L'uomo finito in manette si chiama Isaac, ha 36 anni e dal 2011 è in Italia. "Uno definito come aggressivo e pericoloso dalla sua stessa comunità", spiega al Messaggero Carlo Pinto, capo della Squadra Mobile di Ancona. È lui che è stato aggredito dal pitbull dell'immigrato una volta entrato nell'appartamento degli orrori.

Le immagini dell'irruzione mostrano uno stabile distrutto, abbandonato al degrado e una sorta di bomba biologica. Materassi sporchi, abiti gettati in terra o alla rinfusa, oggetti forse rubati. E anche droga. Tremava, abbandonata in quel tugurio, quando gli agenti l'hanno trovata e portata via. Poi è anche riuscita a raccontare cos'era successo. Ed è emersa la brutale verità.

In quel posto, spiega il Messaggero, ci sarebbe finita a causa dell'ex fidanzato che le avrebbe fatto conoscere quella centrale di spaccio. "Prima mi drogava e poi mi stuprava", racconta la ragazza. "Ha abusato di me in almeno 10-15 occasioni". L'uomo l'avrebbe invitata ad entrare quando lei si presentava lì per chiedere una dose: "Tienila, prendi, non voglio niente", le avrebbe detto più volte. "In casa spesso c’era altra gente - continua la 22enne - ma restavano tutti a guardare, nessuno interveniva nemmeno se gridavo aiuto". Basti pensare che, secondo quanto emerge, nel locale la sera prima era stato organizzato un festino a base di alcol e droga e martedì, durante il blitz della polizia, erano presenti nove persone tra cui una donna. Una situazione che ricorda drammaticamente la morte di Desirée. Tranne che per l'epilogo.

L'accusa da cui ora dovrà difendersi il nigeriano è quella di violenza sessuale continuata e aggravata dalla minorata difesa e cessione di stupefacenti aggravata dallo scambio sessuale. E pensare che lo hanno ammanettato appena uscito dall'aula del tribunale che lo aveva condannato a otto mesi di galera e 400 euro di multa per spaccio, resistenza e lesioni. Il giudice lo aveva rimesso subito in libertà, ma poi è scattato l'arresto per il reato più grave. Lui, però, nega ogni accusa: "Non ho fatto niente", ha detto alle telecamere del

4288735" target="_blank" data-ga4-click-event-target="external" rel="noopener">Resto del Carlino.

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