Cronache

Morta dopo l'aborto, il marito: "Medico disse che era obiettore"

Francesco, coniuge di Valentina, assicura che il dottore che aveva in cura la moglie gli disse: "Non posso ntervenire fino a quando c'è un battito di vita"

Morta dopo l'aborto, il marito: "Medico disse che era obiettore"

"Lo ha detto a me, a me personalmente". Non ha dubbi Francesco Castro, marito di Valentina Milluzzo, la donna morta il 16 ottobre dopo aver abortito i gemellini che aspettava. Secondo l'uomo, il medico che aveva in cura la futura mamma gli avrebbe detto di essere un obiettore di coscienza.

In un'intervista rilasciata a la Repubblica, Francesco racconta: "Erano le 8 di sera, mia moglie urlava dal dolore da quasi dodici ore. Quando ho chiesto al medico di aiutarla, di fare qualcosa, mi ha risposto sono un obiettore di coscienza e non posso intervenire fino a quando c'è un battito di vita".

All'ospedale Cannizzaro di Catania negano che ci sia mai stata questa conversazione ma Francesco insiste: "Lo ha detto a me e lo ha ridetto ai genitori di Valentina due volte, una delle quali fuori dalla sala travaglio davanti a testimoni, altre persone che non conosco ma che erano lì perchè familiari o amici di un'altra partoriente. Io non so chi siano, ma chiedo loro di farsi avanti e confermare quello che dico".

Valentina, ricoverata dal 29 settembre per minacce di aborto, ha perso il primo bambino alle 23,30 del 15 ottobre e da quel momento il suo quadro clinico, già precario, è precipitato. Secondo quanto racontato dal marito, il medico gli avrebbe riferito le sue intenzioni poco prima del primo aborto: "Valentina si era sentita male la mattina dopo colazione, le era salita la febbre, le avevano dato l'antipiretico, era scesa subito ma poi era ritornata a 39. Nel frattempo aveva cominciato a vomitare e ad avere dolori lancinanti. Chiedeva aiuto ma nessuno faceva nulla, l'infermiera diceva che doveva aspettare il medico che era in sala parto. Fino alle 3 del pomeriggio nessuno l'ha vista, poi l'hanno fatta scendere in sala parto. Che cosa stesse succedendo a noi non l'ha spiegato nessuno. Anzi, prima ci hanno detto che aveva una colica renale. Lei continuava a urlare, chiedeva aiuto, chiedeva di essere sedata, io sono entrata in quella sala dieci minuti e sono uscito perché non ce la facevo più. A quel punto ho chiesto al medico di fare qualcosa e lui mi ha dato quella risposta. E poi l'ha ridetto a mia suocera e mio suocero. Chiedete a loro".

A confermare il fatto che il medico si fosse dichiarato obiettore di coscienza è proprio il papà di Valentina, Salvatore Milluzzo: "Il medico mi ha detto che il battito dei bambini cominciava ad affievolirsi e che stava per perderli e li avrebbe espulsi. A quel punto io e mia moglie gli abbiamo chiesto di fare presto, di farli uscire tutti e due il prima possibile e di fare qualsiasi cosa pur di far finire in fretta questo calvario. Ma il medico ci ha dato la stessa risposta che ha dato a Francesco, ma mai nessuno ci ha fatto capire che Valentina era in pericolo di vita".

Il secondo aborto c'è stato all'una e quaranta di notte. La donna morirà alle 13,45 del 16 ottobre. Per il suo decesso sono

html" data-ga4-click-event-target="internal">indagati dodici medici del reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Cannizzaro di Catania.

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