Cronache

Regeni, schiaffo dall'Egitto: "Non vi daremo i tabulati"

L’Egitto non consegnerà i tabulati telefonici sul caso della morte di Giulio Regeni perchè "sarebbe contro la Costituzione e le leggi vigenti egiziane"

Regeni, schiaffo dall'Egitto: "Non vi daremo i tabulati"

L’Egitto non consegnerà i tabulati telefonici sul caso della morte di Giulio Regeni perchè "sarebbe contro la Costituzione e le leggi vigenti egiziane": lo ha detto il procuratore generale aggiunto egiziano Mostafa Soliman in una conferenza stampa al Cairo in cui sta illustrando i risultati della missione a Roma dei giorni scorsi. Gli investigatori egiziani "non consegneranno mai" alle autorità italiane i tabulati delle utenze telefoniche perché è "contro la Costituzione e la legge egiziana".

Lo ha dichiarato il capo del team investigativo egiziano arrivato a Roma nei giorni scorsi, l'assistente del procuratore generale Mostafa Suleiman, precisando nel corso di una conferenza stampa al Cairo di voler rispondere alle domande solo sulla visita a Roma, ma non sull'inchiesta.

Il procuratore capo aggiunto del Cairo, Mustafa Suleiman, ha confermato che la procura egiziana "non poteva fornire i tabulati delle telefonate di migliaia o, forse, di un milione di persone. Gli italiani ci hanno chiesto le telefonate di tutte le persone presenti nei posti dove è scomparso e dove è stato ritrovato Regeni. Si tratta di migliaia, forse un milione di telefonate", ha spiegato Suleiman. "La parte egiziana ha rifiutato questa richiesta non per nascondere qualcosa, ma perchè la Costituzione egiziana vieta di fornire informazioni di questo tipo. Abbiamo spiegato che, in base alla Costituzione, non abbiamo i poteri di fornire queste informazioni", ha aggiunto il procuratore aggiunto. "Ci siamo rifiutati di compiere un atto che andava contro la Costituzione, anche se gli italiani hanno sostenuto che la cooperazione giudiziaria fosse legata alla consegna dei tabulati telefonici relativi a migliaia di persone", ha detto Suleiman.

In un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il capo della diplomazia egiziana Sameh Shoukry ha inoltre espresso "la propria irritazione per l’orientamento politico che l’Italia comincia a prendere trattando il dossier" di Giulio Regeni.

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