Cronache

Thyssen, la Cassazione conferma le condanne per i sei dirigenti

Con la sentenza i dirigenti italiani finiranno in carcere. Rifiutata la richiesta di appello del sostituto procuratore

Thyssen, la Cassazione conferma le condanne per i sei dirigenti

"Annullare le condanne per tutti i sei imputati nel processo Thyssen". Questo chiedeva il sostituto pg della Cassazione, Paola Filippi, secondo cui era necessario rinviare tutto in appello per rideterminare le pene per i reati di omicidio colposo plurimo e per rivalutare il "no" alle attenuanti per quattro degli imputati.

Una richiesta che la Cassazione ha deciso di non accogliere e che era stata salutata dai familiari delle vittime del rogo, che nel dicembre del 2007 provocò la morte di sette operai dello stabilimento di Torino, con ira.

In molti sono usciti dall'aula in segno di protesta. Alcune madri, sorelle e moglie sono scoppiate in lacrime. Altri hanno gridato "Venduti" all'indirizzo dei giudici e sono stati invitati alla calma da carabinieri e poliziotti. "La Procura generale vuole un altro processo per consentire agli imputati di beneficiare di ulteriori sconti di pena", si è sfogata in lacrime la moglie di una delle vittime, "Tutto questo è una buffonata. Non si può più andare avanti così. Nemmeno una parola è stata riservata agli operai che hanno perso la vita in quell'incendio. Tutto questo è scandaloso".

Poi, in serata, la Cassazione ha detto la sua, confermando le condanne per i sei manager dell'azienda e arrivando dunque a sentenza definitiva. Per gli imputati italiani (4 su 6) si apriranno ora le porte del carcere. Condannato a sei anni e tre mesi, Marco Pucci ha lasciato l'incarico di direttore centrale con responsabilità sulle partecipate che aveva nell'Ilva.

Amara la reazione di Antono Boccuzzi, sopravvissuto al rogo. In lacrime commenta: "Giustizia fatta? Non so rispondere perché le persone non possono tornare più.

Abbiamo tremato oggi".

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