Cronache

Torino, Stefano Leo potrebbe essere stato ucciso a causa di una foto

Prima dell’omicidio, l’assassino si trovava in una zona frequentata da pusher ed era nervoso. Stefano indossava gli auricolari per ascoltare della musica e forse teneva in mano il cellulare, tanto sarebbe bastato a far scattare la furia del killer, che temeva di essere fotografato

Torino, Stefano Leo potrebbe essere stato ucciso a causa di una foto

È ancora allerta massima a Torino, dove gli inquirenti sono impegnati in una vera e propria caccia all’uomo, mentre fra i cittadini si sta diffondendo il panico. L’assassino di Stefano Leo è ancora a piede libero e si teme che possa colpire ancora.

A distanza di pochi giorni dalla tragica morte del 33enne, arriva la prima concreta ipotesi circa il movente che potrebbe aver scatenato la furia del killer. Sono alcune dichiarazioni di un super testimone, poi riportate dal “Corriere della Sera”, ad aver convinto gli investigatori a seguire questa nuova pista. Stefano potrebbe essere stato ucciso per una fotografia.

Una motivazione a dir poco difficile da accettare ma che, stando al racconto del testimone, ritenuto attendibile, potrebbe avere senso. “Quell’uomo era seduto su una panchina” ha dichiarato il teste di fronte agli inquirenti, dando una precisa descrizione fisica dell’assassino.“Quando mi ha visto prendere in mano il cellulare si è infuriato. ‘Non mi fotografare, che cavolo fai con quel telefono?’ Mi si è rivoltato contro e io mi sono allontanato in fretta. Non volevo grane”.

Dunque il sospettato - un uomo sui 30anni, snello, con una coda di dread e probabilmente nordafricano – si trovava seduto su una delle panchine presenti lungo il viale che costeggia il fiume Po, e non voleva essere immortalato. La ragione? Si trovava in una zona dove gli spacciatori sono soliti incontrarsi con i loro acquirenti.

Secondo i carabinieri di Torino, che si stanno occupando di condurre le indagini, il presunto pusher potrebbe essersi infuriato con Stefano per il medesimo motivo. Il 33enne, che si è imbattuto nel suo assassino poco dopo il testimone, stava ascoltando della musica tramite auricolari e forse teneva in mano lo smartphone. Tanto sarebbe bastato a far scattare l’omicida, definito dagli inquirenti come un uomo violento ed instabile.

Temendo di essere fotografato oppure ripreso, il killer è corso dietro a Stefano e fra i due sarebbe nata un’accesa discussione, conclusasi poi in maniera drammatica. Senza pensarci due volte, infatti, l’assassino ha tirato fuori un coltello e reciso la gola del giovane.

Un fendente dall’alto al basso, netto e preciso, eseguito con mano ferma.

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