Cronache

"Virginia, lasciaci in pace": protesta rom contro sgombero del Camping River

Gli abitanti del Camping River sgomberato accusano: "Trattati come animali". Ma i vigili smentiscono ogni violenza

"Virginia, lasciaci in pace": protesta rom contro sgombero del Camping River

A via della Tenuta Piccirilli, nel quadrante nord della Capitale, da stamattina, è in corso lo sgombero del Camping River. Finora le operazioni si sono svolte senza particolari problemi ma non sono mancate le proteste (guarda le foto).

Dopo essere stati sgomberati, i rom hanno portato fuori dalla struttura materassi, passeggini e frigoriferi (guarda il video). Sul cancello del River Village è apparso lo striscione "Virginia Raggi lascia in pace le nostre famiglie". Alcuni occupanti del campo hanno denunciato l'utilizzo di spray al peperoncino da parte degli agenti.

"Questa mattina sono venuti per buttarci fuori. C'è stata violenza, hanno messo le mani addosso alle donne con spinte e usato lo spray al peperoncino su una signora, mi pare. Qualcuno è uscito volontariamente, qualcuno è svenuto, le donne strillavano, qualcuno ha accettato le proposte del Comune", racconta un 31enne, abitante del campo.

Secca la replica dei vigili."Siamo intervenuti in modo molto consistente, tutti i gruppi di Roma hanno partecipato a questa operazione. Tutto si è svolto nella massima regolarità, le persone sono state invitate ad uscire ed a parte delle ovvie rimostranze - un ragazzo ha anche minacciato un collega fisicamente, è stato identificato e lo denunceremo - non abbiamo utilizzato alcuna forma di coazione fisica. In gergo tecnico giuridico vuol dire che non abbiamo utilizzato manette, non abbiamo allontanato le persone con la forza, utilizzato spray al peperoncino nè armi da fuoco nè manganelli, che tra l'altro non abbiamo. Abbiamo utilizzato la forza del convincimento a uscire, cosa che le persone hanno fatto", ha detto il comandante della Polizia Locale, Antonio Di Maggio, al termine dello sgombero. "Nessuna violenza. Scherziamo? - ha chiosato - Diffido chiunque scriva queste cose, io querelo".

Per ora le famiglie si sono accampate fuori dalla baraccopoli con materassi, passeggini e valigie, e qui davanti ai cancelli del River passeranno con tutta probabilità anche la notte. Tra loro ci sono molti bambini, alcuni neonati. "Adesso tutte le nostre cose le portiamo dalla Raggi sotto il Campidoglio", ci dice una donna anziana mentre spinge un carrello riempito con i suoi effetti personali. E c'è anche chi minaccia di occupare via Tiberina. "Hanno detto che sarebbero venuti il 27 e invece stamattina ci hanno dato solo mezz'ora per prepararci a lasciare i container", racconta un ragazzo.

Se l'alternativa del Comune non sarà giudicata soddisfacente dai nomadi gli ex occupanti del River sono pronti a manifestare sotto il Campidoglio nel pomeriggio di oggi. Finora le soluzioni offerte dalla giunta non li hanno convinti. "Una signora con una figlia down alla quale stamattina è stato assegnato un alloggio nel centro di accoglienza San Camillo è tornata qui a piedi perché lì era pieno di tossici e immigrati", racconta un altro ragazzo.

Fonti del Campidoglio rivelano a ilGiornale.it che sono 43 le famiglie che hanno accettato di trasferirsi nei vari alloggi offerti dal Comune, mentre altre 15 stanno per essere rimpatriate in Romania. L'obiettivo della giunta Raggi è quello di convincere tutti ad abbandonare il presidio nel minor tempo possibile, ma non è stato ancora fissato un termine ultimo. I rom, pertanto, potrebbero restare in via della Tenuta Piccirilli ancora per alcuni giorni, sorvegliati dalle pattuglie dei vigili.

Grande soddisfazione è stata espressa dalla prima cittadina. "Da oggi, il Camping River chiude", scrive il sindaco in un lungo post su Facebook."Altri nuclei familiari, dopo quelli che hanno già accettato negli ultimi mesi, si stanno ora trasferendo presso le strutture di accoglienza di Roma Capitale: continuiamo a mettere a loro disposizione soluzioni che consentono alle famiglie di restare unite. Sempre più persone, inoltre, stanno chiedendo ai nostri operatori informazioni riguardo le misure di inclusione abitativa e lavorativa, e i rientri volontari assistiti nei Paesi di origine. È inaccettabile - aggiunge - continuare a finanziare luoghi come questi dove si favorisce la ghettizzazione e, soprattutto, dove le condizioni di vita non tutelano i diritti di bambini, donne e uomini". "Una 'terza via' basata su inclusione e rispetto della legalità, tutela dei diritti e rispetto dei doveri è possibile. Lo dimostrano i primi rientri volontari assistiti in Romania che abbiamo organizzato le testimonianze delle famiglie già tornate a casa ci fanno capire che siamo sulla strada giusta", spiega la Raggi. "

Mettiamo fine ad un sistema che per decenni ha emarginato le persone, creato disagi ai cittadini e sperperato centinaia di milioni di euro che avrebbero potuto essere investiti diversamente. È un cambio di marcia rispetto al passato - conclude - stiamo unendo fermezza ed inclusione non appiattendoci sulle posizioni estremistiche di chi propone l'assistenzialismo ideologico senza regole o chi vorrebbe la chiusura dei campi senza proporre alternative di vita concrete alle persone". Il vicepremier Luigi Di Maio, dal canto suo, difende l'operato della Raggi:"Abbiamo sentito la Polizia Locale che smentisce qualsiasi tipo di scontro.

È uno sgombero pacifico e lo ritengo legittimo".

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