Economia

Guzzetti: «Per l'Acri c'è Profumo»

«Sta nelle cose». L'incrocio con le nomine Intesa

Camilla Conti

Il valzer delle fondazioni può avere inizio. Il via lo ha dato ieri Giuseppe Guzzetti, dominus dell'Acri e della Cariplo che a primavera lascerà entrambe le poltrone. Ieri Guzzetti ha annunciato il suo successore all'Acri. E la partita si incrocia con quella sul rinnovo del cda di Intesa Sanpaolo. «È una presidenza che sta nelle cose, smettetela di parlare di baratto, era sul tavolo già 7-8 mesi fa. Francesco Profumo sarà presidente dell'Acri e la presidenza dell'Acri non c'entra niente con quella di Intesa», ha detto da Torino dove si è svolta la Giornata della Compagnia San Paolo, guidata dallo stesso Profumo. «Non ho alcun interesse a indicare alcun presidente - ha aggiunto riferendosi a Intesa, mentre per l'Acri «è naturale che andandosene il presidente Cariplo arrivi la Compagnia San Paolo, che nel sistema è all'avanguardia».

L'investitura di Profumo, in realtà, ha colto di sorpresa chi nelle ultime settimane dava la sua scalata al vertice Acri più in affanno rispetto a qualche mese fa. Già lo scorso novembre Guzzetti lo aveva definito «una persona più che adeguata per fare il presidente dell'Acri», ricordando però che nell'associazione «abbiamo sempre deciso tutto all'unanimità e anche questa decisione sarà presa all'unanimità». Perplessità sarebbe stata avanzata sull'effettiva conferma il prossimo anno del mandato di Profumo, nominato al vertice dell'ente torinese nel 2016 dall'ex sindaco Piero Fassino, mentre ora in Comune siede Chiara Appendino. Evidentemente le resistenze sono state superate. E con l'intervento di ieri Guzzetti ha voluto smentire le voci che circolano nel capoluogo piemontese circa una rinuncia a rivendicare la presidenza della banca, attualmente ricoperta dal torinese Gian Maria Gros-Pietro, per un candidato milanese. Il numero uno dell'Acri ha negato guerre di campanile: «Non è Torino o Milano, ma si tratta di scegliere quello che serve all'Acri e alla banca, quindi» i futuri presidenti «possono essere due torinesi o due milanesi».

A più di 12 anni dalla fusione tra Intesa e Sanpaolo la spartizione di cariche tra le due anime della banca e il bilancio dei pesi tra Milano e Torino devono appartenere al passato. Ma le trattative per la nomina all'Acri attesa per il 22 maggio si intrecciano inevitabilmente con quelle sul rinnovo del board della banca e sul possibile cambio di presidente. I consiglieri di Intesa sono 19, di cui 14 della lista di maggioranza e 5 di minoranza. L'assemblea della banca è il 30 aprile, le liste devono essere presentate il 5, «ma è necessario essere pronti 10 giorni prima perché poi abbiamo il tema dei fondi. Il consiglio deve essere disegnato da tutti», ha ricordato ieri Profumo.

Aggiungendo che sta per partire un patto di consultazione tra le cinque fondazioni (Compagnia, Cariplo, Padova, Bologna e Firenze) che insieme hanno il 18% di Intesa.

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