Economia

Prove di fusione tra le big tedesche

Il governo Merkel aumenta il pressing sulle nozze: serve un polo del credito forte

Prove di fusione tra le big tedesche

Il governo Merkel scende in pressing sulle nozze tra i due giganti dai piedi d'argilla del credito tedesco: Deutsche Bank e Commerzbank. L'obiettivo, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg, è quello di fonderle creando un nuovo gruppo bancario più forte in vista di un'eventuale crisi finanziaria.

Il nuovo soggetto che nascerebbe sarebbe in grado di sostenere le aziende e di proteggere l'economia se dovesse verificarsi un esodo di capitali stranieri. Una fusione, insomma, garantirebbe che i rubinetti del credito restino aperti. Tanto che la combinazione, secondo qualcuno, potrebbe anche essere allargata a un giocatore europeo al di fuori del Paese una volta che l'unione bancaria, fiscale e dei mercati dei capitali sarà completa.

«Sarebbe un matrimonio della paura prima della morte», aveva titolato lo scorso 11 settembre il quotidiano Der Spiegel riportando le voci di matrimonio supportate dal ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, per il quale è un problema per l'intera economia tedesca che banche enormi «non abbiano la grandezza necessaria per seguire le imprese» e ha quindi promesso aiuto. Per Scholz, le lezioni della crisi sono chiare: rafforzare le banche quando il mare non è ancora in tempesta. In un recente editoriale, ha ricordato ai tedeschi che il governo federale ha stanziato più di 30 miliardi di euro per stabilizzare il settore finanziario dal 2008. Di certo, l'ipotesi di unire insieme i due colossi oggi trova più sostenitori che in passato. Per l'ad di Commerzi, Martin Zielke sarebbe meglio oggi che domani mentre per Christian Sewing, numero uno di Deutsche Bank, non se ne parlerebbe prima di 18 mesi, il tempo necessario a portare a regime l'integrazione con Postbank e terminare il programma di taglio dei costi annunciato qualche mese fa.

Lo scorso 18 settembre, però, lo stesso Sewing intervenuto al Forum di Bloomberg a Milano ha sottolineato che «in Europa ci sono troppe banche e il consolidamento è in arrivo». Aggiungendo che per le banche europee è importante «mantenere la rilevanza per affrontare le nuove offerte sul mercato» e debbono essere i gestori del rischio dei clienti per continuare ad essere rilevanti». A suo avviso la Bce «si muove nella direzione giusta», ma «se si vuole essere veramente competitivi con gli Usa bisogna completare il progetto di integrazione bancaria europea».

Deutsche Bank, che primeggiava sulla scena mondiale fino al 2008, fa i conti anche con la cattiva gestione degli ultimi anni che ha fatto fuggire i grandi investitori. Commerzbank, la seconda banca di Germania e una delle più antiche - 148 anni di vita - sta per perdere dopo trent'anni il suo posto nel principale indice azionario tedesco: domani uscirà dal Dax per trasferirsi sul Mdax, l'indice di «serie B» che comprende le 60 azioni che seguono, in termini di capitalizzazione e di volumi negoziati, le 30 società quotate nel paniere principale.

Ma ancor più simbolico è il fatto che a prendere il suo posto sarà una società di pagamenti digitali, Wirecard, principale avamposto in Germania dei quella rivoluzione dei servizi finanziari che va sotto il nome di Fintech.

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