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Il premier thailandese Shinawatra destituita per abuso di potere

Nel 2011 trasferì il capo del Consiglio nazionale. Per i giudici una mossa a vantaggio della sua famiglia

Yingluck Shinawatra in una foto d'archivio del 6 maggio 2014
Yingluck Shinawatra in una foto d'archivio del 6 maggio 2014

La Corte Costituzionale thailandese ha deciso di destituire il primo ministro Yingluck Shinawatra, riconoscendola colpevole di abuso di potere.

La Consulta ha stabilito che il premier non può continuare a occupare il suo posto nella gestione degli affari correnti. Nel 2011 trasferì a un nuovo incarico il capo del Consiglio nazionale, per sostituirlo con il cognato, il generale Priewpan Damapong.

Secondo i giudici, la Shinawatra avrebbe preso la decisione per ottenere benefici per la sua famiglia, in violazione della Costituzione. Lei sostiene che la scelta si basò sulla competenza del militare nella lotta al narcotraffico.

La Corte ha riconosciuto colpevoli anche i membri dell'esecutivo in carica quando la decisione fu presa, sostenendone la complicità e chiedendone le dimissioni. Tra i nove nomi coinvolto il titolare del dicastero degli Esteri e il vice primo ministro.

Yingluck Shinawatra è stata nominata primo ministro ad interim dopo le elezioni anticipate di febbraio 2011, poi annullate e indette nuovamente a luglio dello stesso anno. È sorella dell’ex premier Thaksin Shinawatra, scacciato da un golpe militare nel 2006. Accusato di corruzione, abuso d'ufficio e mancato rispetto per il re, la Corte gli ha sequestrato metà del patrimonio nel 2010.

Sei mesi fa, l'opposizione thailandese ha dato il via a una campagna per far cadere il governo, scaturita in proteste in cui sono morte almeno venti persone e centinaia sono rimaste ferite.

Elezioni anticipate sono previste per il mese di luglio.

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