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Il mistero del Boeing svanito nel nulla

Sparito un velivolo con 239 persone, nessun mayday e meteo favorevole. Ed è giallo su due passeggeri fantasma

Il mistero del Boeing svanito nel nulla

Più che caduto è svanito nel nulla. E tutti i dettagli che filtrano alimentano il più dietrologico dei gialli. Il volo 777-200 delle Malaysia Airlines è venuto giù nel silenzio più assoluto e, almeno all'apparenza, con tutte le condizioni ideali o comunque favorevoli per stare su e continuare a volare. Il meteo non dava preoccupazioni in quello spicchio di cielo al limite dello spazio aereo vietnamita. Il pilota poi non ha lanciato il May Day: è vero che la realtà non è la sceneggiatura di un film scritto a Hollywood, però retropensieri cupi si affollano sull'orlo dell'abisso in cui è scomparso il Boeing 777-200. Nel mare a Sud del Vietnam, grossomodo a 280 chilometri dall'isola di Tho Chu.

Lì sarebbe precipitato il velivolo. Il colore è quello del lutto collettivo che abbraccia le 239 persone a bordo. Ma anche sulla loro identità c'è un mistero, anzi un doppio punto di domanda. Quando la Malaysia Airlines diffonde la lista dei passeggeri imbarcati a Kuala Lumpur e diretti a Pechino si scopre che fra i nomi c'è anche quello di un italiano: Luigi Maraldi, 37 anni, da Cesena. Errore. Non è così: il morto è per fortuna vivo. Ed è pure tempestivo: dalla Thailandia, dov'è in vacanza, viene a sapere della tragedia e scopre che c'è pure lui in quel lungo necrologio. Pensa ai genitori che sono a casa a migliaia di chilometri di distanza e immediatamente telefona al padre: «Tranquillo, sono vivo, sto bene». La verità è che qualcuno la scorsa estate gli aveva sfilato il portafoglio, sempre in Thailandia, e ora il ladro o chissà chi è fra le vittime del disastro. Particolare non proprio tranquillizzante in una vicenda piena di punti oscuri: Maraldi aveva denunciato il furto del documento, dunque qualcosa non è andato per il verso giusto se c'è chi si è imbarcato sul Boeing indossando la sua identità. E l'inquietudine sale ancora se si considera che sul volo MH370 c'era un secondo passeggero fantasma con una storia fotocopiata dalla precedente: si tratta di un austriaco, tal Khristian Kozel, pure dato per defunto e poi resuscitato perché anche il suo documento d'identità era stato trafugato. Unica differenza, non l'anno scorso, ma nel 2012, sempre in Thailandia.

Fin troppo facile pensare, in una storia che non trova spiegazione, una doppia sostituzione: una coppia di clandestini, o forse di terroristi o trafficanti di droga o chissà che altro, potrebbe aver preso il posto dei due europei. Ma certezze non ce ne sono: tutto quello che è successo cozza, almeno in prima battuta, con la routine e con consuetudini più che collaudate.

Il tempo sereno. Nessun segnale di allerta dalla cabina di pilotaggio: l'aereo è stato inghiottito da un drago invisibile. O almeno, questo risulta incrociando i dati fin qui disponibili. E nemmeno la storia del bestione aiuta: in 19 anni di carriera il Boeing 777-200 aveva avuto un solo incidente, con la morte di tre persone per un atterraggio sbagliato a San Francisco.

Ma certo la circostanza più sconcertante è quella che riguarda Maraldi e l'austriaco. Chi era seduto al posto dei due europei? E i passeggeri senza volto saliti furtivamente sul Boeing hanno qualche responsabilità nel disastro o sono a loro volta vittime di un destino avverso?

Tante, troppe domande che fluttuano in attesa di un qualche riscontro. Dell'avvistamento dei rottami o del relitto del Boeing. L'aereo è ancora introvabile, le ricerche, buio permettendo proseguono ad oltranza e coinvolgono cinque paesi: Vietnam, Cina, Malaysia, Singapore, Filippine. Una sorta di gara internazionale. Pure gli Usa annunciano l'invio di una nave da guerra, equipaggiata con una strumentazione sofisticata, nella zona del presunto schianto.

Per ora i soccorritori hanno avvistato due scie di carburante parallele, lunghe 20 chilometri. Forse, la firma sulla tragedia. Il resto potrebbe spiegarlo la scatola nera che dovrebbe inviare segnali. E invece, particolare strano, tace: è muta. Come tutto in questa storia.

A parlare, per ora, sono solo i due sopravvissuti, morti solo per la Malaysia Airlines.

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