Cronaca locale

C'era una volta in Oriente Sogni esotici da collezione

Sculture, netsuke e fotografie d'autore; parte oggi la rassegna di mostre d'arte tra musei e gallerie private

Francesca Amè

Profumo d'oriente in città con «Milano Asian Art» che offre agli appassionati del genere non mancano in città interessanti tappe in quelle gallerie da sempre specializzate nell'arte asiatica. I nomi li conosciamo: Dalton Somaré, David Sorgato, Giuseppe Piva, La Gallaviola, Mirco Cattai e Renzo Freschi sono, per i collezionisti, una garanzia. Prima di addentrarci nell'offerta delle gallerie private, che per l'occasione si associano in una sorta di «museo diffuso», facciamo due soste al museo: al Mudec Museo delle Culture di via Tortona sono in mostra le collezioni di arte orientale e con una guida d'eccezione come Giuseppe Piva sarà possibile scoprire in quale modo la città di Milano ha conosciuto l'Asia orientale attraverso gli oggetti e le persone che li hanno donati, soprattutto viaggiatori e commercianti. Visita speciale nei depositi, dove sarà possibile ammirare la raccolta giapponese, circa 1500 manufatti tra cui una preziosa scatola in lacca attribuita al famoso corredo matrimoniale di Chiyohime. Non meno raffinata la proposta del Poldi Pezzoli. «C'era una volta in Giappone. Fotografie e netsuke del XIX secolo» propone una selezione di netsuke e okimono appartenenti alla collezione museale e alcune fotografie - stampe all'albumina colorate a mano da artisti del tempo - della Fondazione Ada Ceschin e Rosanna Pilone di Zurigo. Incredibili questi scatti: siamo a cavallo tra Otto e Novecento e nel periodo Meiji dal Sol Levante la tecnica fotografica prendeva a braccetto l'antica tradizione pittorica e la calligrafia. Il risultato sono stampe a colori di gran fascino, che i viaggiatori dell'epoca riportavano in Occidente come prova del loro avventuroso peregrinare. Come ogni anno, «Milano Asian Art» lavora sulla pluralità della proposta: la Galleria Dalton Somaré mette in mostra una serie di sculture indo-buddiste in bronzo e pietra («Dei e demoni dell'Asia») mentre da David Sorgato, in via Sant'Orsola, è l'arte del ricamo quella messa nelle teche («Raqm, nel segno del ricamo dal XV al XIX secolo»): dalla Persia alla Cina, dall'Uzbekistan all'Afghanistan, siamo davanti a un tipo di artigianato già definibile arte. Splendidi, ad esempio, i tessuti Suzani dell'Asia Centrale ricamati ad ago. Nella sua galleria di via San Damiano, Giuseppe Piva propone invece «Bybu», che in giapponese si traduce come «schermo per vento»: sono i paraventi, a metà tra arredo, mobile, opera pittorica su tela. Pezzo forte della mostra: un paravento a sei ante del XVII secolo che rappresenta un paesaggio con papaveri e crisantemi su fondo oro.

Se avete voglia di divertirvi, andate da La Galliavola, in via Borgogna: la galleria ha selezionato per l'occasione netsuke giapponesi legati al tema del mare.

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