Cronaca locale

«A Food city il cibo è cultura ma è anche cultura del cibo»

Lo chef stellato del Park Hyatt regala qualche consiglio su cosa scegliere di mangiare e come soddisfare i gusti

Stefano Giani

«Il cibo è l'energia dell'umanità. La benzina dell'uomo». Andrea Aprea, chef napoletano con due stelle nel suo cielo d'artista culinario nella cucina del Park Hyatt sostiene che mangiare non è alimentarsi.

Che cosa vuol dire, allora.

«Il pranzo non soddisfa solo la sazietà ma l'anima. La buona tavola è cultura e rappresenta la nascita. La provenienza. Il ricordo».

Non soltanto, però.

«Dev'essere anche un piacere. Nutrirsi non è soltanto una necessità perché altrimenti non ci si regge fisicamente in piedi. È un momento da godere. Apprezzare. E soprattutto non dimenticare».

Come può essere d'aiuto allora una manifestazione come «Milano Food city».

«È fondamentale perché aiuta a parlarne. Crea momenti di convivialità. Intavola argomenti specifici».

Può fare un esempio...

«All'inaugurazione abbiamo affrontato con il sindaco il tema della colazione. Food city aiuta a divulgare la cultura del cibo. La cucina dev'essere un piacere attraverso il sapore ma va rispettata la salute».

A proposito, cosa si può mangiare di sano appena svegli.

«È consigliabile una centrifuga di frutta, magari mescolata a verdure. Una frullata di carote, sedani, mirtilli e banana arricchisce e stimola l'organismo. Poi pane, burro e marmellata alternati ai cereali la mattina successiva e uno yogurt il terzo giorno dà varietà ai pasti».

Insomma, importante è variare.

«È un principio al quale attenersi sempre. Ad esempio, ogni tanto è utile sospendere il latte bovino e prendere quello di soia. L'uomo è l'unico mammifero che - anche da adulto - beve il latte di mucca. Gli animali smettono di cibarsene dopo lo svezzamento. Il rischio è diventare intolleranti».

Però la colazione cambia spesso a seconda di dove ci si trova.

«Normalmente la concepiamo come un'occasione per mangiare dolci. Il tradizionale cappuccino e brioche lo dimostra. Poi quando si è in viaggio ci si abbandona a esagerazioni con il salato. Uova e bacon soprattutto».

Meglio puntare sull'equilibrio, allora.

«Salute e bontà, la ricetta giusta».

Che cosa consiglia come pranzo.

«Per uno chef è prioritaria la digeribilità. In assoluto suggerisco colazione e un pasto al giorno. Un'insalata di riso con verdure e senape è un'ottima soluzione, molto povera di grassi e per chi avesse ancora fame uno spuntino con una banana».

Come giudica la moda dilagante degli apericena.

«All'Hyatt offriamo tre piccoli assaggi per accompagnare il cocktail ma non abbiamo buffet. Rovinano l'aperitivo. E anche la cena».

A quali piatti è più affezionato.

«La patata all'amatriciana, la seppia alla diavola e la caprese dolce-salato in onore all'Italia.

Sono tutti figli miei».

Commenti