Cronaca locale

I cappuccini missionari «La nostra fabbrica di presepi dal mondo»

Al Convento del S. Crocifisso una mostra di Natività ambientate in tutti i continenti

Marta Calcagno Baldini

Il primo ambiente che si trova entrando nel salone di 500mq nel Convento del Santissimo Crocifisso di Piazza Cimitero Maggiore 5 per la Grande Mostra di Presepi etnici dei Frati Cappuccini Missionari (fino al 6 gennaio. Visitabile nei weekend o su prenotazione) è un grande presepe a grandezza umana. «Questo lo abbiamo fatto qui - spiega Fra Emilio Cattaneo, che ha abbracciato la vita monacale da diciottenne. Era in Veneto prima di arrivare a Milano: tra una missione e l'altra si occupava della formazione dei frati e per 7 anni ha curato tossicodipendenti-. C'è qui un laboratorio che realizza i presepi per le chiese milanesi, o altri, che lo necessitano».

Dell'officina ora è responsabile Alberto, peruviano: «Facciamo presepi anche per i condomini, o i negozi, siamo specializzati». Costruzioni grandi, articolate, colorate, con vari materiali e apparecchi d'ingegneria per ricreare la neve o per far scorrere l'acqua, tutte raccolte in un magazzino coperto con attrezzi del mestiere e parti di ambiente (palme, casette, neve...) sempre in Convento. E quanto può costare una meraviglia del genere? «Ma no, sono a offerta libera». Come dire, che domande fai. Frati Cappuccini Missionari specializzati nella costruzione di presepi che realizzano per tutta la città. Del resto l'inventore del presepe fu proprio San Francesco che nel 1233 a Greggio, nel Lazio, realizzò il primo presepe vivente della Storia. Un'arte che nasce come tridimensionale e si caratterizza per una varietà di piani e ambienti, caratteristica che emerge anche nei vari «Diorama» presenti in mostra (scene del Vangelo rappresentate in 3d realizzate dai presepisti di Piacenza). Non sempre gli altri Paesi del Mondo rispettano questa varietà di situazioni: scorrendo tra le bacheche in mostra, infatti, si nota che la scena più frequente è quella del Bambino con Maria e Giuseppe, gli animali e qualche vota i Re Magi, tutti su un solo livello. Eppure, anche se il quadro è sempre quello, senza cascate d'acqua, insenature, o scorci, le curiosità non mancano. Girando infatti tra le vetrine si vedono Giuseppe, Maria e anche Gesù Bambino che indossano il Chullo, un cappello generalmente di lana di pecora tipico del Perù. Nella bacheca successiva al posto del bue e l'asinello dietro alla Sacra Famiglia c'è un lama. Siamo ancora in Perù. E come scenografia non c'è un fondo innevato, ma un pavimento di chinoa, tipica della zona. In altre vetrine si trovano le fave, caffè, fino al peperoncino, che fa da parterre in un presepe messicano dove anche Gesù Bambino sfoggia un sombrero adatto all'occasione. E l'Argentina è presente con un elegantissimo presepe in terracotta dorata che Papa Francesco dovrebbe venire a Milano a vedere.

Sono esposti anche presepi europei, asiatici, africani, per oltre 50 pezzi a rappresentare tutti i 5 Continenti.

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