Cronaca locale

La lezione di Deborah mamma e assessore «Vivere con la sclerosi»

La malattia e una testimonianza di coraggio «È faticoso e anch'io ho paura ma sono viva»

Alberto Giannoni

«Chi me lo fa fare? Lo faccio perché sono viva». È semplice come il coraggio la lezione di Deborah, mamma e assessore a Milano. «Ognuno deve affrontare qualcosa, ognuno ha una prova davanti a sé, a me è capitata questa cosa». Questa cosa è la sclerosi multipla, Deborah l'ha scoperta dopo la nascita del terzo figlio e ha voluto sapere tutto, bene, subito. Un anno e mezzo dopo si è candidata alle elezioni comunali. È stata una spinta in più. «Quando sono diventata mamma - racconta - mi sono accorta di cose che prima non vedevo o non sentivo, per esempio la necessità di restare coi piedi per terra o di capire di più gli altri. Fare politica per me significa dare sollievo e speranza, è quello che provo a fare nel mio piccolo. Le associazioni, per esempio, io le incontro sempre. E mi stupisco del fatto che mi ringrazino anche solo per il fatto di averle accolte con un sorriso e ascoltate».

Quel sorriso è un segnale di dolcezza e forza. Ma non vuol dire che tutto ciò non sia faticoso: «Beh la mia vita è cambiata - ha scritto due giorni fa - eccome se è cambiata. Ogni giorno mi sveglio come se avessi già fatto una mega scalata in montagna. E non dico ogni volta quanto sia faticoso perdere la sensibilità delle mani o sentirsi instabile sulle proprie gambe, solo perché ad esempio ho passato la serata (o forse la nottata, essendo finita alle 3 del mattino) ad occuparti della tua comunità in consiglio di municipio». Esattamente un anno fa Deborah Giovanati, da esordiente, a 33 anni, ha fatto segnare un record: 627 preferenze, più di tutti nel municipio 9, con la lista di un partito piccolo (Milano popolare). Il suo exploit ha dato una grossa mano a Giuseppe Lardieri nell'impresa di vincere una Zona che sembrava «rossa» e le è valso un incarico oneroso: assessore a educazione, istruzione, politiche sociali, salute e casa. Deleghe pesantissime, che si traducono in riunioni, consigli, commissioni, incontri, eventi. «È strano - ha scritto due giorni fa in occasione della la giornata mondiale della Sclerosi multipla - in questo ultimo periodo, per il mio ruolo in municipio, mi è capitato di celebrare tanti momenti storici della nostra storia italiana, di liberazione e di memoria. E ora è strano celebrare la mia malattia. Ma più che la malattia io celebrerei il coraggio delle persone che anche davanti ad una malattia così terribile si impegnano in un modo formidabile nella vita, ma anche tutte quelle persone che non ce la fanno perché sentano l'affetto di una comunità, che non li lascia da soli».

In campagna elettorale il momento più delicato, quando ha incontrato due di queste persone, che convivono da anni con la stessa malattia, una completamente immobilizzata. Appena uscita da una visita, e in questi giorni il caldo amplifica i sintomi. Le mani tremano, la fatica fisica compromette la quotidianità. E il decorso della sclerosi è del tutto imprevedibile: «Ho paura - ammette - non sono così coraggiosa, certo che ho paura. Ma quando ho conosciuto quelle persone mi sono detta che posso farcela anche io e che non sono meno vivi di me». Certo, serve «una ragione per guardare le cose». «La mia fede lo è - spiega - avere incontrato la fede è il centro di tutto». La fede, l'impegno, la politico.

La vita, anche quando non lo sappiamo, è testimonianza: «Molti mi dicono: ma chi te lo fa fare? Lo faccio perché io sono viva! E più di mille parole posso farlo vedere ai miei figli e alla mia famiglia con l'esempio che può capitare qualsiasi cosa ma la vita non è finita».

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