Cronaca locale

Siamo tutti Charlie: mostra omaggio allo Spazio Wow Fumetto

«Per ogni matita spezzata cento matite si stanno già affilando», con questo accorato appello, lanciato all'indomani della strage alla rivista Charlie Hebdo , il direttore dello Spazio WoW Fumetto di Milano, Luigi Bona, aveva invitato gli illustratori italiani e non, a rendere un sincero omaggio ai colleghi uccisi barbaramente nella capitale francese. Hanno risposto in molti: nella sede del museo di viale Campania sono arrivate una moltitudine di lettere, proposte e disegni, fino a raccogliere le opere di oltre duecento tra vignettisti e penne satiriche. Tutto il materiale raccolto nelle ultime settimane verrà esposto all'interno della mostra speciale «Siamo tutti Charlie» allestita nelle sale del museo del Fumetto per più di un mese. L'inaugurazione ufficiale è prevista per sabato 7 febbraio alle 16, con un incontro a seguire sul delicato argomento della libertà d'espressione ai giorni d'oggi. La retrospettiva chiuderà domenica 15 marzo.

I disegni pervenuti sono stati realizzati da 150 fumettisti del nostro Paese e 70 stranieri, che con le loro matite, biro e tavolette grafiche hanno voluto ricordare degnamente i giornalisti transalpini, nonché celebrare la satira in ogni sua sfaccettatura, grazie a un numero rilevante di raffigurazioni a volta pungenti, a volta malinconiche. Una miscela di sentimenti che non deve rimanere senza voce, partita dal cuore e finita su un foglio di carta. Tra i partecipanti all'iniziativa noti personaggi del mondo della cellulosa: dall'intramontabile Bruno Bozzetto a l'inventore di «Lupo Alberto» Silver, dal principe del cartoon Don Alemanno alla fumettista Disney Silvia Ziche, dalla matita di Dylan Dog Fabio Celoni al creatore dei disegni per ragazzi «Ronfi» Adriano Carnevali. Durante la kermesse è anche prevista l'installazione di un'apposita area dedicata alla figura degli autori deceduti a Parigi e alla storia della rivista francese a partire dall'anno di nascita 1960 fino alle recenti evoluzioni.

Fu fondata con il nome «Hara–Kiri», divenuto poi «Hara–Kiri Hebdo» e infine Charlie Hebdo .

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