Cronaca locale

Gli stalker dei vip: 10mila lettere "sporche"

Denunciata una coppia, per 2 anni ha spedito missive imbrattate con le feci

Gli stalker dei vip: 10mila lettere "sporche"

Sono stati colti in flagranza un milanese di 71 anni e una monzese di 54, mentre imbucavano lettere minatorie sporcate con feci umane e di cane nella cassetta vicina all'ufficio postale di Basiglio nel milanese. Gli agenti della Digos erano sulle loro tracce da tempo. Da due anni i conviventi spedivano buste a tutti i personaggi più potenti o più in vista del mondo, politici, gente dello spettacolo e dello sport, compresa una squadra di calcio, l'Arsenal, visto che l'uomo era uno scommettitore.

Dentro: un foglio di carta igienica imbrattato. «Era un'ossessione - ha detto l'uomo - grazie per avermi scoperto».

Non c'è una persona nota che non abbia ricevuto una sua missiva «dal direttore dello zoo di Copenaghen ai presidenti di squadre di calcio e ministri. L'indagato si è ispirato a un video in cui Iacopo Fo racconta che suo padre narrava la storia di un tumulto avvenuto nel Medioevo a Bologna in cui i poveri lanciavano feci contro i potenti» ha dichiarato il vicequestore aggiunto della Digos di Milano Carmine Mele. L'episodio è noto, si studia sui libri di storia ed è conosciuto come «L'oscena battaglia», scoppiata a Bologna il 17 marzo 1334.

Pare incredibile, ma questo per i due era un modo di fare la rivoluzione. Nella casa di Rozzano, abitata dagli autori del misfatto, gli agenti hanno trovato cartelle con diversi tipi di indirizzi, tra i quali quello dell'hotel Rigopiano sul Gran Sasso, colpito dalla recente valanga.

I due sono indagati per minacce gravi, diffamazione e detenzione abusiva di armi, dato che in casa sono stati trovati 50 proiettili in più rispetto al numero consentito, e una pistola, che l'arrestato era in grado di usare essendo un ex vigile urbano.

Sono diecimila le lettere inviate al ritmo di dieci al giorno. All'uomo, vessato da problemi economici, era preso un pensiero fisso, che sarebbe potuto sfociare in vendette molto più serie e violente, come rivela una perizia calligrafica sulla scrittura degli indirizzi, stilati in parte in corsivo e in parte in stampatello.

Nell'indagine sono state coinvolte tutte le questure d'Italia, Poste Italiane e il presidente dei filatelici milanesi, poiché le buste recano francobolli fuori corso di paesi come Azerbaigian, Buthan, Zaire comperati a mercatini dell'antiquariato, come ha narrato lo stesso indagato, e riportanti l'annullo postale «Cmp Milano Borromeo».

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