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Bernie Sanders sotto accusa: "Discriminò le donne del suo staff"

Il senatore del Vermont si è immediatamente scusato con le presunte vittime di molestie e discriminazioni salariali

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Il senatore Usa Bernie Sanders, sfidante di Hillary Clinton durante le primarie democratiche del 2016, è stato accusato dai media americani di “mancanza di rispetto nei confronti delle donne”.

L’offensiva della stampa nei confronti dell’esponente liberal è stata innescata dalle denunce avanzate a suo carico da diverse sue ex collaboratrici. Costoro affermano di avere lavorato per lo staff del senatore del Vermont proprio durante la campagna elettorale di tre anni fa.

Mentre si consumava la sfida tra Sanders e la Clinton per la designazione del candidato ufficiale dei democratici alla presidenza Usa, le donne in questione sarebbero state “reiteratamente abusate” dai componenti maschi dell’entourage del politico settantasettenne. Ad avviso delle presunte vittime di violenze, per tutta la campagna elettorale il senatore progressista non avrebbe esercitato “alcun controllo” sulla condotta dei membri uomini del suo staff e non avrebbe “mai tenuto in considerazione” le testimonianze fornitegli da tali donne circa le molestie perpetrate da questi ultimi.

Le ex collaboratrici del politico liberal hanno avanzato un’ulteriore accusa a suo carico. Sanders avrebbe infatti “discriminato” sul piano economico le donne del suo entourage, in quanto, sempre nel corso delle presidenziali del 2016, avrebbe corrisposto loro stipendi “inferiori” a quelli dei colleghi maschi.

Il senatore del Vermont, all’indomani della pubblicazione di tali rivelazioni da parte dei media, ha indetto una conferenza stampa al fine di fornire chiarimenti sulla vicenda. Egli ha esordito assicurando di non essere “mai venuto a conoscenza”, né durante né dopo le primarie di tre anni fa, di episodi di violenza o discriminazione ai danni delle dipendenti del suo staff. Nonostante l’iniziale messa in evidenza della “correttezza” del proprio operato, Sanders si è comunque ufficialmente scusato con le presunte vittime di molestie e disparità salariali: “Chiedo perdono a tutte le donne che, lavorando all’interno del mio comitato elettorale durante le ultime presidenziali, si sono sentite umiliate e offese.

Se parteciperò alle primarie democratiche del 2020, giuro di esercitare controlli più stringenti sulla condotta di ognuno dei miei collaboratori".

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