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Bufera su Tillerson: "A capo di un'azienda russo-statunitense alle Bahamas"

Continuano le polemiche sulla nomina di Rex Tillerson, ex Ceo di Exxon Mobil, a capo del Dipartimento di Stato americano: una talpa rivela che era a capo della sussidiaria russa Exxon Neftegas alle Bahamas

Bufera su Tillerson: "A capo di un'azienda russo-statunitense alle Bahamas"

Mentre negli Stati Uniti i democratici continuano ad accusare la Russia per le presunte interferenze nella campagna elettorale americana, arriva la prima tegola sulla nomina di Rex Tillerson, segretario di Stato in pectore della nuova amministrazione Trump.

Se nei giorni successivi alla conferma della nomina dell’ex direttore generale di Exxon Mobil a capo del Dipartimento di Stato, c’era stata una levata di scudi al Senato a causa dell'eccessiva vicinanza di Tillerson alla Russia, ora le indiscrezioni rivelate da una “talpa” della Süddeutsche Zeitung e rilanciate dal The Guardian, rischiano di gettare nuova benzina sul fuoco e di alimentare le polemiche sulla nomina.

I fatti che coinvolgono Tillerson risalgono al 2001, anno in cui, secondo i documenti ottenuti dalla Süddeutsche Zeitung – in tutto 1,3 milioni di file – il nome di Tillerson compare per primo nell’elenco dei direttori della sussidiaria russa Exxon Neftegas Ltd, in un registro societario delle Bahamas. La società, della quale, secondo il Guardian, Tillerson assume la guida nel 1998, era collegata ad un accordo sottoscritto dalla Exxon Mobil con Mosca, per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi nell'isola di Sachalin, nella Russia orientale. L’accusa, per l’ex Ceo di Exxon Mobil, è quindi quella di essere stato a lungo "direttore di una compagnia petrolifera russo-americana basata nel paradiso fiscale delle Bahamas".

Un’accusa che dovrebbe imbarazzare non poco, secondo il Guardian, il nuovo presidente americano del “put America first”, che combatte le società statunitensi che portano all’estero fondi e produzioni. Secondo i documenti trafugati, il nome di Rex Tillerson apparirebbe, inoltre, in altri documenti collegati ad altri uffici a Huston, Mosca e Sachalin. Anche di questo, quindi, dovrà rispondere Tillerson durante l’interrogazione del Senato, che, il prossimo 20 gennaio, dovrà ratificare la sua nomina.

La nomina di Tillerson, che conosce Putin personalmente e che dal Cremlino è stato anche insignito, nel 2013, dell’Ordine dell’Amicizia, uno dei massimi riconoscimenti per i cittadini stranieri, è stata letta da molti come la volontà della nuova amministrazione Trump di dare un segnale di distensione nelle relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti. Tanto che il portavoce del Cremlino, Dmitrj Peskov, aveva espresso apprezzamento per la decisione di nominare Tillerson come nuovo segretario di Stato. Pur non avendo esperienze di governo, Trump ha definito Tillerson “un protagonista di livello globale”, per via dell’esperienza maturata per anni alla Exxon Mobil, che gli ha permesso di accedere e conoscere i “dossier più importanti” e gestire i negoziati più delicati. L’eccessiva vicinanza alla Russia, tuttavia, è costata a Tillerson le critiche anche da parte dei senatori repubblicani, come John McCain, Lindsey Graham e Marco Rubio.

Critiche destinate ad essere alimentate dalle nuove rivelazioni.

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